La chiusura di El Bulli, il mitico ristorante di Ferran Adrià
“El Bulli” chiude i battenti, dopo 27 anni di successi che lo hanno portato ad essere riconosciuto come il miglior ristorante del mondo.
Lo scorso 31 luglio Ferràn Adrià, chef-artista che tante polemiche ha suscitato negli ultimi anni, ha dedicato l’ultima cena prima della chiusura del suo favoloso ristorante (che diventerà presto una Fondazione) a soli 50 sceltissimi commensali: amici e familiari, compagni di lavoro e colleghi.
Cuore pulsante della cucina i 21 membri che nel tempo hanno fatto parte della “Brigada El Bulli”, primo tra tutti Renè Redzepi, l’attuale numero uno al mondo con il suo ristorante “Noma” a Copenhaghen, seguito da Joan Roca (proprietario con i fratelli del celebre ristorante “El celler de Can Roca”) e altri cuochi di fama europea e mondiale, che nel loro percorso professionale hanno fatto parte anche delle cucine de El Bulli. L’ultima sera di luglio si sono ritrovati tutti assieme nelle cucine del famoso ristorante, per ideare e creare, assieme al loro maestro ed ispiratore l’ulitma cena di un ristorante diventato ormai leggenda.
Direttore della “Brigada”, Adrià non si è certo risparmiato, ed ha lavorato accanto ai suoi famosi colleghi con l’energia e la passione di sempre. Durante la cena Adrià ha spiegato ai commensali il suo prossimo progetto, che vedrà la luce nel 2014: una Fondazione-Laboratorio, un centro di ricerca e di collaborazione, aperto a tutti gli chef del mondo, in cui potersi scambiare idee, progetti ed innovazioni. “L’idea di Ferràn e di “El Bulli” – racconta Joan Roca – è stata quella di unire anticonformismo e creatività, ma quando ha iniziato, subito dopo aver fatto il militare, nessuno avrebbe scommesso su di lui, anche se la Paella gli riusciva già bene!”
A lui si uniscono Josè e Albert Andres: “Lo spirito di “El Bulli” è sì inventiva, ma anche sacrificio: Ferràn è quello che si è reinventato un piatto della cultura popolare classica come la tortilla de “patatas” per ben 18 volte. Ha goduto di una assoluta libertà d’espressione – questo bisogna ammetterlo – riuscendo a rompere con i canoni e le convenzioni precedenti e lavorando con gran determinazione. Uno dei maestri della gastronomia, Juan Mari Arzak, sottollinea come Adrià sia stato “Il più grande talento immaginativo della gastronomia spagnola e mondiale. Da El Bulli è partita l’evoluzione della cucina contemporanea”.
Carme Ruscalleda e Juan Roca sono d’accordo nel dire che non ci sarà nessun altro come Adrià, ma che grazie a lui e allo spirito che ha saputo infondere all’arte della gastronomia, c’è molta più sintonia, più forza all’interno della categoria, che li fa sentire come un solo grande gruppo. Lo stesso Heston Blumenthal non ha dubbi, ed è certo che, a livello gastronomico, sempre si parlerà di un prima e un dopo Adrià.
Luc Dubamchet, responsabile del più grande festival gastronomico francese “Omnivore”, si dice “Incredulo che un uomo che ha reinventato la gastronomia del XIX secolo lasci il suo famoso ristorante. In Francia non succederebbe, ma conoscendo Ferràn – dice – aspetto con ansia l’apertura della Fondazione, perchè da un uomo che ha saputo spezzare forti diktat, e che ha sempre sottolineato come ci sia sempre qualcosa da imparare non ci si può che aspettare altro se non qualcosa di sorprendente”.
Non ci resta che attendere il 2014 e l’apertura della “Fondazione El Bulli”
Le storiche tappe della nascita di una leggenda
1961: una coppia di tedeschi acquista un terreno nei pressi di Cala Montjoi, vicino a Girona, dove costruiscono un mini-golf. Decidono di chiamarlo “El Bulli”, appellativo affettuoso che riservano al loro affezionato Bull Dog.
1963: accanto al mini-golf si costruisce un bar, conosciuto come “il bar dei tedeschi”.
1970 – 1975: il bar diventa un piccolo ristorante, ed inizia a servire spuntini e pranzi. Nel 1975 la coppia assume Jean Loui Neichel, grazie al quale riceve la prima stella Michelin.
1984 : Ferràn Adrià viene assunto come capo cuoco.
1986: si prende la decisione di chiudere il ristorante durante i sei mesi invernali: i costi sono troppi e il locale è a rischio.
1990: il ristorante riceve la seconda stella Michelin. La coppia di tedeschi decide di vendere e Adrià diventa proprietario di “El Bulli”.
1999: il 20 giugno “El Pais Semanal” dedica la copertina a Ferràn Adrià, con il titolo “Il miglior chef del mondo”. Adrià ricorderà sempre la data come una delle più importanti della sua carriera.
2001: si decide di sospendere il servizio del mezzogiorno. D’ora in poi il ristorante è aperto solo per cena.
2003 : il 10 agosto il “New York Times” dedica ad Adrià la copertina dal titolo “Il laboratorio del gusto”, creando una curiosità internazionale. Negli anni successivi lo seguiranno “Le Monde” e “The Times”.
2007:. “El Bulli” partecipa alla rassegna artistica “Documenta” di Kassel in Germania. Il direttore della rassegna definisce “El Bulli” una “Esperienza artistica”.
2008 : l’11 dicembre Ferràn Adrià è invitato a tenere una conferenza all’Università di Harvard.
2010: Adrià annuncia la chiusura del ristorante per dedicarsi alla ricerca e alla futura “Fondazione El Bulli”.