Alberto Contador, giovane talento del ciclismo
Giovane talento del ciclismo spagnolo Alberto Contador fa la sua comparsa sui circuiti internazionali nel 2003, quando inizia a correre da professionista.
Dopo l’ultimo, grande mito iberico di questo sport (Miguel Induraìn) Contador riaccende da subito le speranze di grandi vittorie per il suo paese, e non passa inosservato quando – proprio nel suo primo anno da professionista – conquista due importanti vittorie (in Polonia e Castilla y Leon). La gioia di chi vede in lui un nuovo simbolo dello sport nazionale è tanta, e su questa giovane promessa si investe molto sin da subito.
La sorte però sembra non essere favorevole a Contador, che nel maggio del 2004 – solo un anno dopo aver cominciato a gareggiare da professionista – accusa fortissimi e continui mal di testa, che con il passare dei giorni arrivano a provocargli convulsioni, cadute e perdita di coscienza. I medici non sono per nulla ottimisti: il ciclista soffre di una malattia genetica che gli ha provocato un grave aneurisma cerebrale. Le possibilità che si salvi sono pochissime, e nel caso si riprendesse è da escludere il ritorno in sella.
La famiglia Contador vive giorni d’ansia, ma Alberto, operato d’urgenza all’ospedale di Madrid è un osso duro, non perde mai la speranza e per darsi coraggio legge la biografia di Lance Armstrong- che con le sfide impossibile ha già giocato e vinto. Alberto Contador torna. Non solo dalla malattia, ma torna a pedalare, a gareggiare ad alti livelli, a vincere.
Nel 2007 al “Tour de France”, dopo uno spettacolare duello con il ciclista danese Rasmussen, conquista quella che sarà la sua maglia fino alla fine della gara: la Maglia Gialla, cui faranno seguito la Maglia Bianca (del vincitore della classifica giovani) e il prestigioso “Vélo d’Or”, il più importante riconoscimento per un ciclista. Di nuovo la sorte sembra travolgerlo quando nel 2008 la sua squadra (l’Astana) travolta dallo scandalo del doping (in cui Contador non rimane coinvolto) non viene convocata per il “Tour de France” togliendo quindi a Contador la possibilità di difendere il titolo dell’anno precedente. Nemmeno questo ferma però il giovane campione, che nel giro di poche settimane conquista ben sei vittorie, confermando una media invidiabile. A questa serie positiva fanno seguito dei mesi difficili in cui Alberto Contador non riesce a mantenere i livelli raggiunti, tanto da arrivare quasi alla decisione di non correre il “Giro d’Italia”.
Passione e volontà però sono per Contador la marcia in più e, sebbene arrivi al “Giro” in pessime condizioni fisiche sorprende tutti mantenendo una costanza ed una regolarità di corsa ineccepibili, ed arrivando primo sul podio di questa prestigiosa gara. Per Contador non è solo una rivincita morale, ma è anche una consacrazione nazionale: prima di lui, infatti solo Induraìn era salito così in alto nel “Giro d’Italia”.
Il 2008 è l’anno della leggenda: dopo il “Giro d’Italia”, Contador vince anche la “Vuelta de Espana” diventando uno dei cinque ciclisti ad aver vinto la “Tripla Corona” (Francia, Spagna ed Italia), assieme a Mercks, Gimondi, Anquetil ed Hinault, e viene convocato per le olimpiadi di Pechino, dove manca il podio per un soffio.
Lance Armstrong, da lui tanto ammirato durante il periodo della malattia, è il suo nuovo compagno si squadra nel “Tour de France” del 2009, ma ben presto il rapporto tra i due si incrina sfociando in una palese mancata collaborazione durante tutta la gara, che porterà ad una accesa rivalità tra i due compagni. E se da una parte Armstrong prosegue la propria corsa, considerandosi leader indiscusso della propria squadra, dall’altra la stampa spagnola sottolinea questo atteggiamento, pubblicando dichiarazioni non piacevoli da parte dei due ciclisti. Contador, che sa combattere, soffia al compagno la Maglia Gialla, e mantiene il primato sino alla fine del Tour, aggiungendo una ulteriore vittoria nel circuito del Grandi Giri.
Per il 2010 Alberto Contador promette nuove vittorie, anche se si è mostrato critico con la nuova veste del Giro spagnolo: la “Vuelta” quest’anno presenta percorsi inediti ed una spettacolare crono notturna (la prima nei 75 anni di storia di questa gara), che però fanno tentennare il campione di casa, deludendo un po’ i suoi fans: “Correre in notturna – dice – inganna e non da sicurezze, e sebbene vi siano ben sei traguardi in salita, gli altri sono troppo ravvicinati e con percorsi lunghi e difficili e, anche se mi piacerebbe l’idea di tornare a vincere nel mio paese, l’unica certezza per ora è che sarò al “Tour de France”.