Storia dell’architettura spagnola
L’architettura fa parte dell’arte di un paese, come la scrittura, la scultura e la pittura. È testimonianza dei momenti fulgidi di un popolo e delle sue cadute.
Per quanto riguarda la Spagna, nel corso dei secoli, splendidi esempi di architettura araba si ritrovano soprattutto nel Sud del paese.
Nel “Siglo de Oro”, l’architettura spagnola conobbe possibilità quasi illimitate, grazie alle ricchezze che l’impero iniziava ad accumulare.
A seguire, nell’architettura gotica, le cattedrali disseminate nel paese si slanciavano verso l’alto per toccare il cielo: un’influenza dello stile gotico che proveniva in forza dal Nord dell’Europa e che dette origine a innovazioni strutturali, come l’arco a sesto acuto o ogivale.
Gli architetti modernisti disseminarono, poi, soprattutto nelle città catalane, veri e proprio gioielli con dettagli in ferro battuto, mosaici colorati, balconi panciuti e archi parabolici.
Quando pensiamo all’architettura spagnola del XX secolo, invece, bisogna tenere conto di una profonda rottura. Proprio nel periodo nel quale molti paesi europei davano il via all’architettura contemporanea, dalla Spagna non pervenivano segni particolarmente distintivi.
L’imperversare della guerra civile, nel 1936, e la successiva dittatura, durata circa 40 anni, che chiuse il paese alle influenze esteriori, costituirono una pausa, non soltanto a causa della morte o la fuga in esilio di architetti spagnoli famosi ma anche perché il regime franchista optò per costruzioni caste, prive di fronzoli o fantasie.
Il cemento la faceva da padrone, quasi a testimonianza della povertà spirituale e materiale del momento.
A partire comunque dagli anni ’50, grazie a una prima riapertura del paese e a un miglioramento delle condizioni economiche, alcuni grandi architetti spagnoli furono in grado di riprendere il cammino interrotto.
Questo spartiacque segna in qualche modo la linea di demarcazione tra l’architettura contemporanea spagnola e quella classica.
Partendo dal passato, e arrivando ai giorni nostri, abbiamo voluto raccogliere un elenco di architetti spagnoli citando alcune delle opere più distaccate e riconosciute.
Questa lista non ha la pretesa di essere esaustiva. Validi architetti spagnoli sono probabilmente rimasti fuori. Ci basiamo in particolare sulla critica di settore e sulle opere più amate e conosciute dal pubblico nazionale e internazionale.
L’influenza della cultura araba nell’architettura spagnola
Quando parliamo di architettura spagnola, non possiamo tralasciare l’importanza che ebbe l’influenza araba in Spagna.
Al-Andalus, ovvero il dominio arabo nella Peninsula, si estese in tutta la epoca medievale, dal 711 fino al 1492, quando, con l’arrivo dei re cattolici, fu completata la cacciata di arabi ed ebrei dalla Spagna.
Questo lungo periodo dette origine, tra le altre cose, a splendide costruzioni, alle quali architetti e ingegneri arabi si dedicarono con risultati spettacolari e molto avanzati per i tempi. Il passaggio degli arabi lascia in Spagna moschee, fortezze e palazzi di inestimabile bellezza.
Tra le opere realizzate, si possono oggi ammirare, soprattutto nel Sud del paese, le seguenti meraviglie, molte delle quali fanno parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco:
- La Alhambra di Granada
- El Generalife (accanto all’Alhambra)
- La Giralda di Siviglia
- La Torre del Oro (a Siviglia)
- La fortezza Alcazaba di Malaga
- I resti del palazzo Medina Zahara (nei pressi di Cordova)
- La Grande Moschea di Cordova (sulle cui basi si costruì l’attuale cattedrale)
- La Moschea del Cristo de La Luz di Toledo
- Il palazzo de la Ajafería (Saragossa)
- La fortezza/castello di Gormaz
Architetti spagnoli del passato che hanno lasciato un’impronta unica
Architetti spagnoli del barocco
Il “Siglo de Oro spagnolo”, dal Rinascimento al Barocco (XVI e XVII secolo), segna l’epoca più opulenta dell’impero di Spagna. Durante l’apogeo economico di questi anni molti paesi guardavano alla Spagna come referente culturale e di stile.
Tra le città spagnole più importanti figuravano Siviglia, Valencia e Madrid.
Siviglia era un importante porto dove arrivavano e partivano le merci da e per il Nuovo Mondo, la cui scoperta fece della Spagna un impero. Si stabilirono qui importanti banchieri e commercianti provenienti da tutta Europa.
Madrid era la sede della corte, mentre Valencia possedeva un importante tessuto artigianale e industriale, oltre a essere un nevralgico porto del Mediterraneo.
Si sa, la ricchezza porta mecenatismo e interesse nello sfoggio della stessa. Attorno a queste città si svilupparono dunque le attività di importanti architetti spagnoli del 600 e oltre.
I tre architetti spagnoli del barocco
José Benito Churriguera, padre della corrente detta churreguerismo, nato a Madrid, operò soprattutto nella capitale. Filippo II, soprannominato Il “re Prudente” per la sua semplicità di gusti, gli confidò varie opere, non soltanto a Madrid ma anche in altre città dell’impero. A Salamanca, ad esempio, l’architetto madrileno lavorò al progetto delle torri della cattedrale.
Una delle caratteristiche di Churriguera e dei suoi discepoli erano gli ornamenti esacerbati delle strutture architettoniche. Churriguera è considerato il padre delle pale più caratteristiche del barocco castigliano.
La summa del suo stile si ritrova, sempre a Salamanca, nella pala dell’altare del Convento di San Esteban.
Tra le prodezze urbanistiche dell’architetto barocco risalta, inoltre, Nuevo Batzan. Nelle immediate vicinanze di Madrid la ricchissima famiglia Goyeneche possedeva un’importante estensione di terre.
Sui suoi possedimenti, Juan Goyeneche incaricò delle opere a Churriguera che dettero vita a un nuovo municipio. A Nuevo Batzan furono costruiti rispettivamente una fabbrica, le abitazioni dei dipendenti, una chiesa e il palazzo del proprietario.
Il tutto fu concepito su una base lineare e uno stile molto più sobrio rispetto al gusto barocco di cui erano imbevute le cattedrali e le chiese alle quali l’architetto aveva lavorato.
Il granadino Alonso Cano, conosciuto come il “Michelangelo spagnolo”, fu un altro dei grandi architetti spagnoli del barocco. Tra le sue opere architettoniche più distaccate si annoverano l’arco del Trionfo di Madrid e i contributi alla cattedrale di Toledo.
Il gesuita e architetto spagnolo barocco Francisco Bautista, infine, lavorò quasi esclusivamente per il suo ordine ecclesiastico. Tra le sue opere citiamo la Colegiata de Sant Isidro a Madrid dove, per la prima volta in Spagna, si fece uso della cupola a scopo meramente decorativo.
L’impronta del suo stile architettonico si ritrova in molte chiese della capitale spagnola.
Lo stile gotico in Spagna
Le opere dell’architettura gotica spagnola si apprezzano in diverse regioni del paese. Mentre i paesi del Nord Europa – Francia, Germania e Inghilterra – sviluppavano e padroneggiavano alla perfezione questo stile, e l’Italia metteva a punto un canone proprio, la Spagna contribuì – a partire dalla seconda metà del XVII secolo – con costruzioni sporadiche.
Fondamentale fu l’apporto dei monaci cistercensi nelle cattedrali di Burgos, Leon e Toledo.
In Catalogna, invece, la tipica propensione verso l’alto dello stile gotico francese fu sostituita con basi più larghe e strutture, nell’insieme, meno alte, come si può apprezzare, a Barcellona, nella cattedrale e nella basilica di Santa Maria del Mar e a Palma di Maiorca e a Girona nelle rispettive cattedrali.
Architetti spagnoli del 1800 e del 1900
Quando pensiamo alla Spagna della fine del 1800 e dell’inizio del ‘900, il pensiero va immediatamente agli architetti modernisti spagnoli.
Il primo fra tutti è, naturalmente, Antoni Gaudí, forse il più famoso architetto spagnolo. Si deve a lui l’implementazione dei decori in ferro battuto, i mosaici colorati di tetti e pavimenti, detti trencadis, le stanze arrotondate, i mobili panciuti che arredano gli appartamenti stravaganti delle sue case: La Pedrera o Casa Milà e Casa Batlló, tra le altre.
Il suoi personali archi parabolici (o archi catenari), oltre ad altre trovate fantasiose e nel contempo strutturali, tengono in piedi, tra gli altri edifici, il tempio al quale il maestro ha dedicato l’ultima parte della sua vita: La Sagrada Família.
Se volete sapere di più sull’architetto del modernismo catalano, leggete il nostro articolo dedicato ad Antoni Gaudí.
Naturalmente, Gaudí non era l’unico architetto che operava a Barcellona e in Catalogna in epoca modernista, ovvero tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo.
Josep Puig y Cadafalch e Lluís Domènech i Montaner furono due illustri rappresentanti di quello che fu non soltanto un movimento architettonico ma anche filosofico ed estetico.
Tra le molte opere a Barcellona, a Cadafalch si deve Casa Amattler, l’edificio accanto a Casa Battlò, e la Casa de Les Punxes. Montaner concepì quel gioiello unico del modernismo che è il Palau de la Música Catalana.
Architetti famosi contemporanei spagnoli
A partire dalla seconda metà del XX secolo, quando la Spagna si allinea agli altri paesi europei, l’architettura spagnola ritrova un terreno idoneo per crescere e svilupparsi.
L’architetto spagnolo Santiago Calatrava è forse tra i primi a dover essere citato nell’ambito dell’architettura contemporanea.
Calatrava, sicuramente tra gli architetti spagnoli contemporanei più conosciuti a livello internazionale, è noto per la realizzazione delle strutture della Città dell’Arte e della Scienza di Valencia, tra le quali, l’Hemisferic (il planetario e cinema digitale 3D con un enorme schermo concavo di 90 metri).
A Venezia, Calatrava è autore del Ponte della Costituzione. A proposito di questa costruzione, l’architetto è stato accusato, anni dopo, di negligenza. Critiche gli sono state mosse, in seguito, anche a proposito delle strutture di Valencia.
Elenco degli architetti spagnoli contemporanei
Tra i principali architetti spagnoli famosi contemporanei segnaliamo, inoltre, in ordine alfabetico:
- Abalos & Herrero
- Alberto Campo Baeza
- Albert Viaplana
- Alejandro de la Sota
- Alejandro Zaera
- Carlos Ferrater
- Carme Pinós
- Enric Miralles
- Josep Antoni Coderch
- Juan Navarro Baldeweg
- Josep llinas
- Josep Llouis Sert
- Lluis Clotet
- Luis Moreno Mansilla
- Manuel de La Casas
- Ramon Vilalta,
- Rafael Aranda
- Rafael Moneo
E per finire, tra gli architetti moderni spagnoli segnaliamo la nostra intervista a Joaquin Torres, architetto barcellonese noto nei circoli mondani come l’architetto dei famosi!
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Ka. Minante/Redazione