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Barcellona e la mela della discordia

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Modernismo: la Manzana de la Discordia a Barcellona

“La mela della discordia”, per gli appassionati di architettura modernista, non si riferisce al mitico frutto che Eris, la dea della discordia appunto, lanciò sul tavolo al banchetto di nozze tra Peleo e Teti, furiosa per non essere stata invitata, bensì ad uno dei più originali e simbolici quartieri di Barcellona.

La parola “mela”, tradotta in spagnolo come manzana, non traduce infatti il solo frutto, ma anche il rione, l’ isolato. In particolare per i Barcellonesi la manzana de la discordia si concentra lungo il Paseig de Gracia dove tre dei più illustri architetti el modernismo hanno costruito altrettanti edifici imponenti e spettacolari. Il quartiere prese questo soprannome proprio da questi edifici, che rappresentano tre modi diversi di rappresentare la corrente modernista.

Il primo edificio si trova al numero 35 del Paseig de Gracia. Si tratta di Casa Lleó Morera, opera del 1902 dell’architetto Lluìs Domènech i Montaner (1850 – 1923). Domènech i Montaner creò quello che ancora oggi è considerato uno dei più begli esempi dell’architettura modernista nel ristrutturare un’antico palazzetto: Casa Rocamora.

Casa Lleó Morera deve il suo nome al tipo di decorazioni scelte da Lluìs Domènech i Montaner, i leoni (Lleó) ed il gelso (les moreres), simboli posti sulle antiche corone medievali. La casa venne ristrutturata in modo impeccabile, ed al progetto lavorarono i migliori ebanisti, vetrai ed artigiani della città, ed il risultato valse a Domènech i Montaner numerosi riconoscimenti e premi. La casa subì gravi danni durante la Guerra Civile, ma venne nuovamente ristrutturata negli anni ’80. alcune della statue che adornavano l’interno vennero acquistate da Salvador Dalí, ed una di queste è esposta nel Museo a lui dedicato a Figueres, Girona.

Il secondo edificio è Casa Amatller, al numero 41 del Paseig, ed opera dell’architetto Josep Puig i Cadafalch (1867 – 1956). Discepolo di Lluìs Domènech i Montaner, Puig i Cadafalch accettò la commissione di Antoni Amatller (noto cioccolataio barcellonese), che voleva arricchire, rendendola maestosa, la residenza di famiglia. L’architetto creò una sorta di trionfo del gotico urbano, arricchendo la casa di un patio interno da cui parte una scala che conduce ai piani superiori.

Alla metà degli anni ’90 i discendenti di Amatller fondarono l’ Institut Amatller d’art hispanic, che ha sede proprio in casa Amatller, e nel 1976 Casa Amatller venne dichiarata monumento storico-artistico nazionale.

L’ultimo edificio si trova proprio a fianco: Casa Batlló, opera del genio di Antoni Gaudí (1852 – 1926). Gaudí incontrò nel 1904 Josep Battló, un noto industriale tessile, che gli affido all’architetto la ristrutturazione di un palazzetto che aveva appena acquistato.

 

Originariamente molto stretto e dalla forma allungata, quasi rettangolare, la casa subì sotto le abili mani dell’architetto una vera e propria trasformazione. I lavori di ristrutturazione terminarono tre anni dopo, ed implicarono una totale rivoluzione della facciata, l’ampliamento del cortile e l’aggiunta di due piani. Gaudí stravolse la facciata anteriore, mantenendo però inalterata la posizione delle finestre, mentre per la parte inferiore si ispirò alle figure zoomorfe tipiche del gotico e dell’art nuveau.

Nel 2005 Casa Batlló,è stata dichiarata patrimonio dell’umanità.

Dei tre splendidi edifici è l’unico aperto al pubblico. 

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