Cambio ora, come funziona in Spagna

Ci siamo. Dopo la proposta legislativa della Commissione Ue di abolire il passaggio da ora legale a ora solare, è arrivato, puntuale come ogni anno, il momento di spostare le lancette dell’orologio.

In Italia come in Spagna. Anche la Penisola Iberica, questo fine settimana sarà coinvolta in quella che potrebbe essere l’ultima variazione all’orario in Europa. Per adesso però, in attesa di una decisione da Bruxelles, dovremo armarci di pazienza e modificare tutti gli orologi di casa e macchina.

Tra sabato 27 e domenica 28 ottobre 2018 torna, infatti, l’ora solare che ci accompagnerà fino al 31 marzo del 2019: le lancette andranno spostate indietro di un’ora, dalle 03:00 alle 02:00, e gli europei – che cambiano ora lo stesso giorno dal 1996 – potranno godere così di un’ora in più di sonno, pagando però lo scotto di vivere giornate con un’ora in meno di sole.

Scotto che, va detto, gli iberici pagano già, ma dalla mattina. Chi vive in Spagna sa bene che qui fa giorno tardi, e di conseguenza fa anche notte tardi. Uscire la mattina presto che è ancora notte a molti europei potrebbe fare un certo effetto.

Questa particolarità è ancora più evidente ad ottobre quando il sole sorge ben dopo le 8 di mattina. Un’anomalia che con il cambio ora sarà meno evidente, ma tornerà ad esserlo fra dicembre e gennaio, quando si avranno le albe più tardive dell’anno.

A Madrid addirittura il sole potrebbe sorgere intorno alle 8,40, mentre in Galizia intorno alle 9. Poi a marzo, con il ritorno dell’ora solare e l’allungamento sempre più evidente delle giornate, l’alba inizierà ad arretrare verso ore più “normali”.

Perché questa differenza? Semplice, perché la Spagna si trova geograficamente molto più a ovest, rispetto all’Italia, e l’uso di uno stesso fuso orario fa sì che ci siano grossi sfasamenti rispetto agli orari usati nel resto del continente.

Motivo che spiega altresì le abitudini degli spagnoli. Il Paese è noto per i suoi orari “ritardati” rispetto a quelli italiani. Il pranzo dopo le 14, la cena anche ben dopo le 21, la scuola dalle 9, i negozi che chiudono alle 21, i locali della movida che aprono all’una di notte.

Eppure ormai queste usanze vanno avanti dal 1942, da quando l’allora dittatore Francisco Franco decise di spostare l’ora di Madrid facendola coincidere con quella di Berlino e Roma, in segno di simpatia verso Hitler e Mussolini.

La Spagna infatti, pur essendo geograficamente allineata con Regno Unito, Irlanda e Portogallo, e quindi geometricamente ricadente lungo il fuso orario di Greenwich, si trova da oltre 70 anni nello stesso fuso orario dei paesi dell’Europa centrale, come Italia, Francia, Germania. Un fuso orario chiaramente sbagliato.

Per evitare questo sfasamento, negli anni sono state numerose le proposte di associazioni e governo per un cambio di fuso orario. L’ultimo fu il primo ministro Mariano Rajoy che nel 2016 annunciò di voler modificare il fuso orario del paese per farlo rientrare nella fascia del meridiano di Greenwich, in cui sono Portogallo e Regno Unito, e dunque per anticiparlo di un’ora.

Ma come sempre accade quando la discussione si riaccende, basta poco perché si spenga e gli spagnoli tornino a godersi i loro lunghi pomeriggi di sole, anche in inverno.