Catalogna, Valencia e Murcia a Pasqua con la Mona

È già tempo di Mona (o Mones al plurale) in alcune delle comunità autonome di Spagna (Catalogna, Valencia e Murcia).

Oggi come oggi, non si tratta d’altro che di uova di Pasqua, in generale senza la sorpresa, scolpite con vari effigi che possono andare dalle tipiche icone pasquali (coniglietto, agnellino, uovo) ai personaggi Disney ed ai beniamini del grande pubblico (come i giocatori delle squadre di calcio più importanti).

Pasqua Spagna catalogna

È il tipico regalo che si fa soprattutto ai piccini, ma anche ai grandi e le tematiche possono esse “sentimentali” o “di cuore”, in periodo pasquale e per il giorno stesso dedicato alla festività cristiana. Ve ne sono d’industriali, ma anche di artigianali e, in questo ultimo caso, nelle vetrine delle pasticcerie più prestigiose di queste regioni e città, dove la tradizione è più forte e sentita, appaiono delle vere e proprie opere d’arte che possono spaziare dal castello scolpito con tutti i suoi merli, feritoie, torrette, torrioni e fossato con tanto di ponte levatoio, alla casa delle bambole con mobili e suppellettili in cioccolato nero, bianco o colorato.

In Catalogna, e nel resto della Spagna, dove la Pasqua si celebra gustandosi del buon cioccolato arzigogolato, la tradizione risale al XV secolo ma prese una piega molto più diffusa e popolare a partire dal XIX, quando la mona era ancora un dolce zuccherato e secco, una sorta di biscotto, che portava in cima tante uova sode quanti erano gli anni del bambino (o bambina) a cui si regalava, fermandosi a 13. Lo si consumava di preferenza il Lunedì di Pasqua. La mona simboleggiava, e simboleggia tuttora, la fine delle ristrettezze alimentari legate alla Quaresima e il via ai festeggiamenti anche gastronomici. È a partire dalla metà del secolo XIX che questo dolce comincia a essere tutto di cioccolato e sempre più elaborato.

L’origine della parola richiama al passato della penisola iberica, quando la cultura araba vi penetrò attraverso le conquiste di una vasta zona del territorio. Mona deriverebbe, infatti, da Muna, che in arabo significa regalo. Il regalo era destinato, appunto, dai genitori ai bambini della famiglia, che al riceverlo la domenica di Pasqua erano soliti recitare una poesia.  Oggi, della mona originaria resta soltanto l’uovo di pasqua, re-inventato e scolpito dai maestri pasticceri che si sbizzarriscono attraverso forme, colori e misure sempre più fantasiose. A Barcellona, Escribá, una delle più famose e centriche pasticcerie de Las Ramblas è una vera e propria autorità in materia. Ogni anno, dalle sue vetrine fanno capolino mones di stile, sapore e prezzo sempre diversi. Ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche: si parte da 2,50 € e si può arrivare fino a 4.000 €.

Se si viaggia a Pasqua in queste zone, un motivo in più per fare un salto in pasticceria e fare il pieno di zuccheri è proprio quello di ammirare e degustare questi piccoli (o grandi) capolavori, gioia della vista e del palato.

Di Paola Grieco