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Cordova, città di cultura e storia

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Cordoba, città di cultura e storia

Cordova (Cordoba in spagnolo) è una delle principali città andaluse, terza per dimensione e popolazione, dopo Siviglia e Malaga. Capitale dell’omonima provincia la città si trova ai piedi della Sierra Morena, bagnata dal Guadalquivir.

Il significato etimologico del nome è stato a lungo dibattuto: il primo nome della città potrebbe essere stato Colonia Patrizia di Corduba, risalente alla fondazione della città da parte dei Romani, nel I secolo. Di questo nome però non ci sono testimonianze scritte, mentre ce ne sono per Qorteba, nome riferito ad un avamposto commerciale fenicio: Qorteba potrebbe quindi avere un origine semitica, e signifcare “mulino per la spremitura delle olive”. Ma c’è dell’altro: secondo i linguisti la terminazione “oba” è anteriore all’epoca fenicia, e fa riferimento all’antico nome del Guadalquivir (Oba): di qui il nome della città Kart-Oba, “città del fiume Oba”. 

Grazie alle ricche popolazioni che l’hanno abitata (Fenici, Romani, Arabi), Cordova assunse il ruolo di città più ricca, colta ed opulenta del mondo conosciuto fino a tutto il X secolo. Cordova fu città natale di tre grandi filosofi: Seneca, Averroè e Maimonide, e del celebratissimo Luis de Gongora.

Durante il periodo in cui fu capitale della Provincia Romana di Betica, la città visse un’epoca di assoluto splendore, tanto da essere considerata alla stregua della stessa Roma (in effetti i palazzi ludici che vi costruirono erano in numero uguale alla stessa capitale dell’Impero, segno che la città veniva tenuta in altissima considerazione dalla politica centrale).  La grandezza e l’importanza di Cordova (ma non lo statuto di capitale) si mantennero anche in epoca bizantina e visigota, ma fu solo con il Califfato di Omeya d’Occidente che la città tornò ad essere la capitale dell’Impero.

Nel 711 gli eserciti berbero ed arabo iniziarono ad occupare la Penisola, ed in meno di 7 anni conquistarono l’intero territorio spagnolo. Nel X secolo si terminò la costruzione della Mezquita de Cordoba, in cui si diceva fosse conservato, come reliquia, un braccio di Maometto: la città divenne quindi meta di pellegrinaggio per tutti quei fedeli musulmani che abitavano nella Penisola, e la sua importanza è riportata da un testo, in cui si legge “Il suo carattere sacro era inferiore solo a La Mecca, visitare la Moschea di Cordova assolveva i fedeli dall’obbligo al pellegrinaggio in Arabia”. Grazie all’impressionante bellezza degli archi decorati e delle 850 colonne in marmo la Moschea di Cordova è stata definita come “Il tempio musulmano più bello al mondo”.

L’arredo urbano era splendido, ovunque era possibile ammirare cascate, giardini, parchi, fontane, addirittura un lago artificiale ed un acquedotto, che somministrava acqua dolce per i bagni pubblici (circa 700).

Sontuosi palazzi facevano da cornice a questa ricca, colta città. Tra questi Medina Azahara, uno dei più belli ed importanti che richiese ben 25 anni di lavoro, ma le cui rovine testimoniano ancora oggi la grandezza e la bellezza di questo luogo.

La città di Cordova fu anche sede di un’importante Università, di cui era parte integrante una impressionante biblioteca di circa 400.000 libri. Al tempo delle colonizzazioni l’istruzione era tenuta in gran considerazione, tanto che sorsero ben 27 scuole pubbliche, destinate ad accogliere i bambini dei ceti più poveri, mentre i giovani delle classi nobili venivano educati presso la corte. In breve tempo Cordova divenne una delle città con maggior tasso di alfabetizzazione tra i bambini ed i giovani. Cordova venne riconquistata dalla Corona di Castiglia e Leon nel 1236 con Fernando III il Santo.

Proprio grazie alla ricchezza di queste antiche dominazioni Cordova possiede il centro storico più grande d’Europa, dichiarato dall’Unesco come il maggiore spazio urbano al mondo e Patrimonio dell’ Umanità. È esattamente in questo Centro Urbano che si trova la maggior parte degli edifici storici della città. Tra questi appunto la Moschea di Cordoba, l’edificio simbolo della città ed attuale Cattedrale che, assieme al Ponte Romano formano uno degli angoli più conosciuti di questa città.

Il Ponte Romano rimase l’unico ponte cittadino sul fiume, fino al XX secolo, quando venne costruito il Ponte di San Raffaele. Costruito nel I secolo, venne ristrutturato quasi completamente nel 2008: è lungo 331 metri ed è formato da 16 archi (in origine 17), e di qui passava la Via Augusta. All’epoca romana appartengono anche il Teatro romano, il Mausoleo Romano, l’Anfiteatro, oltre ai resti del Palazzo dell’ Imperatore Maximiliano ed il sito archeologico di Cercadilla. Delle tredici porte romane che circondavano la città, solo tre sono rimaste: quelle di Almodóvar, Sevilla e del Puente.  Accanto alla Moschea – Cattedrale si trova l’antico quartiere ebraico: una moltitudine di stradine e viottoli in cui è possibile visitare la Sinagoga e la casa Sefarad, un museo in cui è raccolta l’eredità culturale sefaradita.

In fondo al centro storico si trovano il Palazzo dei Re Cristiani (antica abitazione del monarca e sede dell’ Inquisizione), le Reali Scuderie (in cui si allevavano i cavalli di razza andalusa) e gli antichi Bagni, riservati ai Califfi. Di particolare interesse è la Posada del Potro, situata al lato opposto del centro storico, e menzionata persino nel Don Chisciotte.

Famosi sono inoltre i Mulini del Guadalquivir, una serie di mulini che corrono lungo il corso del fiume, risalenti all’epoca musulmana.  Appena fuori le mura cittadine si trova il sito di Medina Azahara che, con il complesso dell’ Alhambra di Granada costituisce il punto più alto dell’architettura ispanomusulmana.

Attraverso tutta la città, si trovano dieci statue dedicate a San Raffaele, protettore e custode di Cordova, oltre alle tre dedicate ai filosofi qui nati (Seneca, Averroè e Mimonide) e a Luis de Gongora, mentre all’interno del Palazzo Reale ci sono statue dedicate ai Re Cattolici ed a Cristoforo Colombo.

Oggi Cordova è conosciuta anche per il Mayo Cordobes, una serie di festività che si svolgono durante il mese di maggio, interamente dedicato a celebrare la città. Tra queste molto singolare è la festa che da inizio al Mayo Cordobes: la Batalla de las Flores. Si tratta di una cavalcata di carrozze in cui le persone che vi siedono gettano dei garofani verso la folla che assiste, e che a sua volta li rigetta verso le carrozze.

Durante il mese di maggio si celebrano poi las cruces de mayo, in cui le strade della città si vestono di croci alte tre metri e ricoperte da garofani rossi. Le persone che visitano le varie croci possono lasciare delle piante decorative o fermarsi a pregare. Accanto è sempre disposto un banco dove poter bere e mangiare qualcosa di tipico dopo aver fatto visita alla croce.

La seconda settimana di maggio si celebra invece il Festival dei Patii : i patii privati vengono aperti al pubblico e possono essere visitati da chiunque lo desideri.

Le festività terminano il 25 maggio, giorno dedicato alla Feria de Nuestra Señora de la Salud.

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