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El Aguila, la prima e più amata birra spagnola

birre di spagna

Birra spagnola: El Aguila

El Aguila: famosa marca di birra spagnola fondata a Madrid il 9 maggio del 1900 da Augusto Comas y Blanco.

Nato a Madrid nel 1862, Augusto era figlio di un professore universitario di Diritto Civile (decano inoltre della facoltà di Madrid), da cui però non ereditò il carattere deciso. Il suo essere inquieto lo portò a studiare sia Diritto (per volere paterno) che Belle Arti, con grande passione per l’Architettura e la progettazione di edifici.

Augusto fu un grande ammiratore del Generale Luis de Lacy, (cugino della madre, protagonista del levantamiento liberale in Cataluña dei primi dell ‘800, e per questo fucilato), tanto da riuscire a convincere il Municipio di Madrid a dare il nome del Generale alla Calle in cui sarebbe sorto il suo birrificio. Convinto del successo della propria marca, Augusto Comas y Blanco, investì infatti un capitale di 2.000.000 di pesetas per l’acquisto di 95.000m2 di terreno e per contrattare due grandi nome dell’architettura dell’epoca: l’ingegnere tedesco Langeloth e l’architetto Eugenio Jiménez Correa (realizzatore della Chiesa di San Fermìn de los Navarros a Madrid).

Il 1° aprile del 1903 la birra El Aguila iniziò ad essere prodotta e venduta e, nonostante venisse vista come prodotto di second’ordine (a quel tempo le tabernas offrivano soprattutto vino), riesce pian piano a conquistare i gusti del madrileñi, tanto da indurre Augusto Comas ad investire ulteriormente nella fabbrica. Dal 1914 agli anni ’20 il birrificio cresce in superficie, macchinari e produzione, e per la prima volta in Spagna, si affianca alla produzione un laboratorio di controllo di qualità del prodotto.

La lungimiranza di Augusto Comas lo ripaga abbondantemente fino agli anni ’30 quando le dure vicende politiche spagnole si riflettono sull’economia del paese: le forti imposte e la carenza di materie prime fanno diminuire, per la prima volta nel 1932, le vendite della birra. Nel 1936, allo scoppio della Guerra Civile, alcuni alti direttivi dell’azienda vennero uccisi, e l’azienda stessa posta sotto sequestro per oltre 32 mesi. Nel marzo del 1939 i proprietari del birrificio tornarono in possesso dell”azienda, e dopo diverse ristrutturazioni, la riaprirono alla produzione.

La fortuna tornò a sorridere a El Aguila, che negli anni ’40 e”50 si potè non solo permettere l’acquisizione di diverse piccole aziende produttrici (come ” La Mezquita” a Cordoba, “El Azor” a Cartagena o “La Huertana” di Alicante) e la partecipazione maggioritaria della malteria “Los Angeles”, ma anche la costruzione di malterie proprie nei pressi di Cordoba e di una nuova fabbrica a Valencia.

Gli anni ’60 sono quelli della vera grande espansione nazionale di questa azienda: nel 1966 si inizia la costruzione di una nuova fabbrica a San Sebastián de los Reyes (Madrid), che entra in funzione nel 1969 e che, fino al 1982, rimarrà produttiva fino al 1985 (assieme alla già esistente in Madrid). El Aguila arriva a conquistare anche il nord del paese, con nuove fabbriche in Zaragona, Paesi Baschi e Saragozza. A queste espansioni fanno seguito importanti innovazioni tecnologiche: dalla sostituzione delle botti in legno per quelle in alluminio, l”utilizzo di bottiglie da litro (le litronas), e l’affiancamento alle fabbriche di laboratori per il controllo della qualità. Tutto ciò fece sì che nel 1967 l’azienda El Aguila venisse nominata come la “fabbrica di birra più moderna dell”intera Spagna”.

A partire dal 1972 si creano nuove varietà di birra, come l’ Aguila Dorada, l’Aguila Imperial , l’Aguila Reserva e la prima birra nera mai vista sul mercato spagnolo, la Aguila Sin. Il grande successo di quest’azienda – nata dal sogno di un giovane innamorato del”architettura – portò la Heineken ad interessarsene tanto da acquisire il 32% nei primi anni ’80. Nel 1985 la storica fabbrica di Calle General de Lacy viene chiusa, e la produzione si sposta a San Sebastián de los Reyes e a Cuart de Poblet (Valencia).

Nel 2000 El Aguila si fonde con il Gruppo Cruzcampo, già totalmente acquisito da Heineken. La politica del gruppo è quella di “unificare”, e questo passo porta pian piano alla sparizione dello storico marchio, sostituito da quello di Amstel Beer.

Diletta Fraizzoli

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