Una guida insolita per scoprire Formentera
Stefania Campanella vive a Roma … con il corpo. Ma con mente, spirito ed energia si è trasferita da tempo a Formentera, l’isoletta delle Baleari che rappresenta per lei una seconda patria, un posto dove si trasferirebbe a vivere volentieri e dove già vive … parecchie volte l’anno. Stefania Campanella conosce ogni piccolo anfratto della bellissima, piccola isola dall’allure caraibico e la storia di quasi ogni sua pietra, caletta, locale, abitante degno di nota, filosofia di vita, storia e orografia … Non per niente, essendo una vera e propria eminenza in materia, ha già scritto due libri di tipo turistico sull’argomento. Il primo, Formentera non esiste (Ediz. Di Virgilio) è stato da poco tradotto anche in spagnolo da Felipe Rubio Bermejo per le edizioni Formentera Filo Blu. Il secondo, Formentera senza vie di mezzo (Ediz. Pendragon), è una vera e propria guida dell’isola. Quest’isola che incanta ormai da anni tanti italiani, che vi si riversano a frotte soprattutto nel mese di agosto, riserva per fortuna ancora molti anfratti nascosti e bellezze inesplorate dal turismo di massa. È soprattutto su questi aspetti che si concentra la guida di Campanella.
Suddiviso in 66 “cose da fare” e “66 cose da non fare” questo vero e proprio vademecum per gustarsi al meglio Formentera – ed evitare il peggio – spiega quali siano i chiringuitos storici (quelli che sono lì dagli anni ’60, l’epoca degli hippy), i ristoranti come il Fonda Pepe (altra icona), quali siano i locali più gettonati dai turisti (e chi li vuole evitare è avvisato) e dove, invece, si possono avere gradevoli e cordiali “incontri ravvicinati” con i locali.
Il fazzoletto di terra che si estende dalla Mola alla Savina non si esaurisce, infatti, soltanto nella frequentatissima spiaggia de Les Illetes, nel mercato (ormai un po’ troppo turistico) del faro de La Mola, nella vita notturna passata a Es Pujols (la zona più turistica) … Esiste anche Can Gavinu per le serate più autentiche e le manifestazioni dei locali trapiantati lì da anni, da conoscere: come gli scatti del fotografo Beni Trutmann, le creazioni dell’italiano Alessandro Negri, le sculture di Gabrielet, personaggio emblematico dell’isola.
La guida è assolutamente imperdibile se si vuole scoprire in quale dei paesini sia possibile, persino in agosto, lasciare scorrere la propria vacanza nel modo più “isolano possibile”, San Francesc e San Ferran. Seguendola, si scopre che ci sono spiagge meno frequentate, più tranquille e affascinati come quelle di Migjorn. Qui, affondando la mano nella sabbia si pesca un fango benefico con cui spalmarsi corpo e viso per farsi un vero e proprio trattamento termale, mentre ci si crogiola al sole su una spiaggia di borotalco.
Ma la febbrile attività di Stefania non si ferma qui. Vera e propria “addicted” ai colori, gli aromi, le rocce formenterensi, la scrittrice ha appena inaugurato un’associazione tutta dedicata all’isola: Formentera Filo Blu.
Al di là della bellezza di foto e filmati, grazie ai quali, finalmente, Formentera ne esce in tutto il suo splendore umano, paesaggistico e spirituale, il sito dell’associazione aggiorna i soci sulle varie attività dedicate all’isola che hanno luogo in Italia; mette a disposizione dell’interessante materiale bibliografico; aggiorna costantemente attraverso una newsletter mensile; mette in contatto persone che sono legate da un filo comune (magari blu) fatto di sentire, essere e di rapportarsi al viaggio e all’isola.
Se si ha voglia di smettere di “fare i turisti” e affrontare il viaggio a Formentera alla scoperta di “un’isola che non esiste” – se non la si guarda con gli occhi giusti – l’associazione online (senza fini di lucro, ma con una quota partecipativa di 10 euro l’anno) e le guide di Stefania Campanella possono essere un buon osservatorio da cui spiccare il volo.
Il sito dedicato a Formentera di Stefania Campanella:
Il sito della neonata associazione Formentera Filo blu:
Di Paola Grieco