Granada, tra fiumi e montagne

Città capoluogo dell’omonima provincia spagnola è molto vicina alle montagne della Sierra Nevada, e si trova proprio nel punto di confluenza dei fiumi Darro e Genil. Il suo primo nome fu Elvira che però cambiò in “Gharnata” con la conquista dei musulmani e berberi del VII° secolo.

Dopo la riconquista, nel 1492 il nome fu cambiato in Granada, la parola in spagnolo che più somigliava a quella araba, e che significa “melograno”, frutto ancora oggi simbolo della città.

Granada, facente parte di Al-Andalus sia come emirato che come califfato, fu governata dagli Ziridi, una dinastia discendente da Zawi ibn Ziri, un berbero giunto per partecipare alle guerre innescate dal crollo del califfato. Nel corso della loro dominazione la città perse la sua indipendenza, costretta a piegarsi ai nuovi signori fino all’arrivo di Muhammad ibn Yusuf ibn Nasr, che nel 1232 occupò il Palazzo reale fondando la dinastia nasride e il conseguente sultanato di Granada, destinato a dare alla città più di venti sultani, fino alla susa caduta nel 1492. I nasridi trasformarono la loro capitale in uno dei centri più brillanti dell’intera penisola, sia economicamente che culturalmente. Fu l’ultimo territorio ad essere riconquistato dai cristiani, che per lungo periodo le consentirono di mantenere un minimo d’ indipendenza fino al 1492, sebbene durante tutto quel periodo fosse in uno stato di ufficiale infeudamento alla corona di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’ Aragona. Si dice che la località di “sospiro del moro” sulla Sierra Nevada sia l’ultimo punto in cui si scorge il panorama della città e pare sia stato da qui che l’ultimo dei sultani sia passato prima di abbandonare, piangente, il suo regno. Secondo la leggenda sua madre lo rimproverò dicendogli : “piangi come una donna perchè non hai saputo difendere il tuo regno come uomo”.

granada

Il cuore di Granada l’“Alhambra” (in arabo “fortezza rossa” e oggi patrimonio dell’umanità ) ebbe uno strano destino: i cattolicissimi re infatti, forse ammirati da questo spettacolo di architettura, decisero di porvi la sede della monarchia, risparmiando così l’ imponente struttura dalla furia devastatrice della popolazione cattolica che riprendeva possesso del territorio. Carlo V° vi edificò anche un palazzo interno, che però non venne portato a termine. Alla fine del XVI° secolo, sotto Filippo II° scoppiò la sanguinaria guerra di ribellione moresca, che ebbe fine solo grazie alla durissima repressione attuata da Giovanni d’Austria, fratellastro del re. I mori vennero definitivamente espulsi da Filippo III°, e per l’economia del paese iniziò un periodo di grave crisi, originata soprattutto dallo sfacelo del settore agricolo. A partire però dal XVIII° secolo la città conobbe un periodo di grande splendore, dovuto soprattutto alla scoperta ed importazione di oro ed argento dall’America e grazie ai quali vennero avviate e completate alcune delle grandi opere del periodo Barocco e successivo.

Nei secoli seguenti Granada non fu più al centro della vita culturale del paese, fino a quando nel 1829 Washington Irving, soggiornando all’Alhambra non scrisse “I racconti dell’Alhambra”, creando così molta curiosità verso l’imponente meraviglia. Successivamente, infatti molti scrittori, poeti, artisti e viaggiatori romantici, come Dumas, Delacroix e altri fecero di Granada e l’Alhambra tappa obbligata dei loro viaggi, alla ricerca di romantiche ispirazioni. Nel 1889 si iniziò il restauro dell’Alhambra che fu aperta al pubblico da Alfonso XIII°. Da allora Granada ha accresciuto la propria fama, e con Garcia Lorca, Davì, Segovia e de Falla che vi dimorarono contemporaneamente, divenne uno dei maggiori centri al mondo per musica e letteratura.

Uno dei figli più illustri della città di Granada è Federico Garcia Lorca, ucciso dai franchisti durante la guerra civile. Attualmente Granada è uno dei più importanti centri studenteschi di tutta la Spagna, vi confluiscono studenti non solo da tutto il paese, ma da tutta Europa. Granada però è anche una delle città spagnole più visitate dai turisti per i suoi monumenti, le sue feste, per i locali caratteristici dei gitani nelle grotte di Sacromonte – il quartiere musulmano – dove si canta e ballano flamenco e zambra gitana(flamenco di derivazione araba). Tipico quartiere islamico – gitano è l’Albacyn, con strade strette e anguste, cortili con alberi e fiori, terrazze e cisterne e stagni. Questo quartiere deve il suo nome alla ricolonizzazione della città da parte dei cristiani: fu infatti per ordine dei re cristiani che gli abitanti della prima città riconquistata da Isabella la Cattolica si trasferirono a Granada per poterla ripopolare di cittadini cristiani.