I più piccoli paesi della Spagna
Proseguiamo il viaggio attraverso la Spagna, per conoscere i più piccoli paesi abitati della Peninsula:
Castel de Cabres (Castellón).
Piccolo comune della Comunità Valenciana, con i suoi 16 abitanti è il paese meno abitato di tutta la provincia. Dal 1240 al 1463 fece parte dei possedimenti del monastero di Puebla de Benifasar, ma alla fine della Guerra de Cataluña, fu abbandonato. Fu solo all’inizio del XVI secolo che il paese riprese una certa “vitalità”, ma dei 175 abitanti del 1900 rimangono i 16 odierni. Racconta la leggenda che moltissimi secoli fa ci fu una lunga e sanguinosa guerra, che portò gli uomini di questo piccolo borgo a combattere, lasciando soli bambini, donne e anziani. Una notte, all’improvviso, uno di questi bambini vide avanzare in lontananza le truppe del nemico, pronte a saccheggiare il paese: fu così che le donne e gli anziani decisero di riunire attorno al paese tutte le pecore che possedevano, e di legare su ognuno dei loro corni una torcia. I nemici, vedendo la quantità di torce accese, si spaventarono e decisero di battere in ritirata senza nemmeno avvicinarsi al paese.
A questa leggenda si deve il nome del paese: Castell (perchè si trova su un punto rialzato), de Cabres (a ricordo delle capre che lo salvarono dal saccheggio). A Castell de Cabres si possono ammirare una bellissima chiesa del XVII secolo dedicata a san Lorenzo, e le rovine dell”eremo di San Cristoforo, da cui si gode di una spettacolare vista sulle terre circostanti. La prima domenica di Settembre si celebra la festa patronale, in onore a San Lorenzo.
Maján (Soria):
A 1145mslm Maján è uno dei piccoli paesi spagnoli caratterizzato da rigidissimi inverni, forse una delle principali cause dello spopolamento. Oggi infatti i 30km2 di Maján sono abitati da sole 13 persone. Dopo la caduta dell’Ancienne Régime la località costituì uno dei primi municipi costituzionali della regione di Castilla la Vieja, abitato (secondo il censo del 1842) da ben 286 persone.
Pinillos (La Rioja): 11,89km2 e soli 16 abitanti contraddistinguono questo piccolo paesino. Circondato da impressionanti boschi di querce e faggi, Pinillos gode degli splendidi paesaggi del vicino Parco Naturale della Sierra de Cebollera.
Valdelagua del Cerro (Soria):
di indubbie origini celtibere, Valdelagua del Cerro ospita i suoi 17 abitanti sui soli 4,85km2. Durante il Medio Evo fece parte dei possedimenti della Casa dei Duchi d’Alba, e vi si intensificarono l’allevamento bovino ed ovino, che andarono anche nei secoli successivi. L’importanza di Valdelagua del Cerro in epoca gotica, invece è sottolineata non solo dalla Chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Marìa Magdalena, ma da diversi elementi inseriti anche nell’architettura civile. Le feste patronali sono due: una il 26 Maggio (quella del Cristo Santo del Consuelo), e una il 26 Luglio, in onore di Santa Maddalena. Il 62% del territorio di Valdelagua del Cerro fa parte della rete di siti di interesse comunitario Red Natura 2000, creata dall’Unione Europea per la protezione e conservazione di habitat e specie animali di particolare interesse.
Villamedianilla (Burgos): 6,75km2 per 10 abitanti. Villamedianilla faceva parte del cosiddetto Partido de Castrojeriz, uno dei 14 appartenenti all’Intendenza di Burgos tra il 1785 ed il 1833.
Vindel (Cuenca): l’unico paesino della provincia di Cuenca. Situato al nord della provincia di Castilla la Mancha, confina con Guadalajara. I soli 15 abitanti abitano i 25,18km2 di questo paesino circondato da boschi e pinete, che ha il suo punto più alto nel Pico de La Rocha, a 1249mslm. Di Vindel stupisce la chiesa parrochiale di Nuestra Señora de la Asunción, l’unica al nord della Penisola in stile Isabelino, un’espressione del gotico realizzata espressamente per la Corona di Castiglia (i Re Cattolici Isabella e Ferdinando).
Alcolea de las Peñas (Alcobenda): 16 abitanti in soli 15,85km2 . Alcolea de Las Peñas appartiene alla provincia di Guadalajara (Castilla La Mancha).
Bezares (La Rioja): la prima testimonianza documentata di questo minuscolo paesino (4,62km2 per 20 abitanti) risale ad un documento reale del 1020, in cui la località è denominata “Santa Columba de Bezares”. Il toponimo sembra derivare da biezo, voce regionale con cui si designa la betulla. Nel 1137 attraverso una donazione del Re Alfonso VII al Monastero di Santa Maria, il paese passa ad essere noto come Bezares. Formò parte della provincia di Burgos fino al 1833, quando venne creata l’attuale Logroño, cui oggi appartiene.
Castillonuevo (Navarra): situato nella parte centro-orientale della comunità Foral de Navarra, a 777mslm, Castillonuevo copre una superficie di 26,34km2, abitati da sole 16 persone. Castillonuevo ha origini piuttosto tarde rispetto ad altri paesi simili: sembra risalire al XII secolo, quando gli abitanti di Elesa (a soli 2km) dovettero spostari in territori elevati per ragioni difensive. La popolazione si installò ai piedi di un castello appena costruito a difesa della frontiera orientale della Navarra. Fu questo castello a dare il nome all’attuale paese. Nel secolo XVI, quando la Navarra venne conquistata da Ferdinando il Cattolico, il castello venne abbattuto per suo ordine, e quindi oggi, dell”antico castello non rimane traccia. Il primo fine settimana di Agosto si celebra la festa patronale.
Estriégana (Guadalajara): 16,19km2 e 22 abitanti. Estriégana fa parte della provincia di Guadalajara e della Comunità di Castilla la Mancha.
Fuembellida (Guadalajara): piccolo paesino di soli 26km2 (e 16 abitanti), Fuembellida è scherzosamente conosciuta come l’unico tra i più piccoli paesi spagnoli in cui c”è un bar! Circondato dallo splendido Parco Naturale dell’Alto Tajo, Fuembellida ebbe grande importanza in passato per la produzione di frutta ed ortaggi. Di particolare interesse oggi sono la Plaza Mayor (dove si trova la Fuente Bella, che da il nome al paese) e la Chiesa di San Román, la cui Pala d’altare è dedicata a San Acacio, patrono del paese (si festeggia il 23 agosto) e alla Virgen de la Hoz.
Iniéstola (Guadalajara): luogo particolare, segnato da diversi avvenimenti storici. I 18 abitanti che vivono sui 10,5km2 portano avanti una centenaria tradizione di sfruttamento e lavorazione del legno e delle resine, grazie all’immensa pineta che circonda il paese. Proprio all”esistenza della pineta è legato il destino di Iniéstola: grazie ad essa i proventi che arrivavano al Comune vennero utilizzati per migliorare la qualità di vita dei cittadini (si portarono acqua, gas, luce, ma soprattutto si permise al primogenito/a di ogni famiglia di studiare). Il 13 Giugno del 1940 una sentenza del Tribunale pose fine ad anni di contenzioso con il comune di Anguita (di cui Iniéstola faceva parte): la sentenza non solo diede indipendenza al paese, ma gli concesse la metà della pineta. Nel 2005 Iniéstola soffrì uno dei più devastanti incendi della sua storia, che bruciò circa 13.000 ettari di pineta e tolse la vita a 11 persone.