Il lungo viaggio di Carmen e Dolores
Si potrebbe intitolare questo articolo “Il lungo viaggio di Carmen e Dolores”, anche se le protagoniste apparirebbero solo per un breve istante prima di lasciare spazio ad un evento ben più importante.
Carmen e Dolores partirono circa un anno fa dall’antica miniera di As Pontes (La Coruña) per raggiungere la miniera di Konin (a circa 200 km da Varsavia).
Il viaggio fu tutt’altro che semplice: Carmen e Dolores sono due scavatrici di imponenti dimensioni (118 metri x 38 di altezza), conosciute tra i minatori galiziani come “macchina 16 e 17”, ribattezzate come Carmen e Dolores dai polacchi, in onore alla loro origine.
Dal 2007 non erano più in funzione, dato che il giacimento di As Pontes, il più grande di Spagna, che dal 1976 ha alimentato la vicina centrale termica con ben 260 milioni di tonnellate di carbone vegetale, ha chiuso. E qui termina il racconto di Carmen e Dolores: ora si passa a cose più importanti.
Oggi quella che è stata la più grande miniera spagnola a cielo aperto inizia, infatti, una nuova vita.
Nessuno, oggi potrebbe riconoscere la miniera (larga 6 km e lunga 2,5), che è stata negli anni “nascosta” da quello che per la fine dell’anno sarà uno splendido lago della portata di 547 milioni di metri cubi d’acqua.
Il lago è stato progettato e preparato sin dal 2007 e, da quel momento non solo è stata portata l’acqua, ma si è cercato di “rinverdire” l’area circostante con specie autoctone, che hanno saputo adattarsi e creare una vegetazione rigogliosa e sana. Ciò ha successivamente permesso che varie specie di animali si siano spontaneamente avvicinati alla nuova area “verde”, ricreando un habitat perso da tempo, e sulla cui ricomparsa, forse, nessuno avrebbe scommesso.
“Nulla è stato lasciato al caso – commenta Francisco Aréchaga direttore dell’antica miniera ed oggi responsabile della corretta “ristrutturazione” dell’ambiente – e persino i 1150 ettari di terreno usati come discarica per i resti della miniera, ha subìto un cambiamento importante, facendolo diventare oggi uno dei luoghi della Galizia con maggior varierà faunistica”.
A Marisol Souto, che ha lavorato nella miniera per anni, come suo padre e suo nonno prima di lei, l’idea di questa nuova destinazione della miniera appassiona tanto quanto Aréchaga: “Il lavoro è stato lungo, abbiamo seminato 130.000 chili d’erba, e piantato 600.000 alberi, e tutti hanno resistito al nuovo ambiente. Non solo, molta vegetazione è cresciuta poi in modo spontaneo, portando con se qualcosa come 172 diverse specie di animali…molte più del vicino Parco de Las Fragas!”. “La cosa importante – continua Archéga – è che questi animali hanno spontaneamente scelto questo nuovo habitat, ed è questo il nostro maggior risultato. Il fatto che rimangano e nidifichino qui significa che la zona è cambiata e quello che prima non era un luogo per loro abituale lo è diventato e continua ad esserlo”.
Il risultato finale di questo splendido progetto sarà visibile a fine anno, quando termineranno i lavori di trasporto dell’acqua: allora la località di As Pontes potrà godere di un immenso lago d’acqua cristallina, circondato da una splendida vegetazione e da una spiaggia di circa 400 metri. Saranno inoltre mantenute zone umide e paludose, per fare in modo che l’area rispetti nel modo più naturale possibile la flora e fauna che vi risiedono.
Chissà cosa ne penserebbero Carmen e Dolores.
A cura di Diletta Fraizzoli