Intervista alla scrittrice Maria Dueñas Vinuesa

María Dueñas Vinuesa nasce a Puertollano (Ciudad Real) nel 1964. La sua è una famiglia numerosa ed unita: Maria passa l’infanzia con i suoi sette fratelli, ma sin da piccola lo studio della letteratura e della lingua la appassionano tanto da far sì che da adulta Maria ne faccia la sua professione.

Si laurea infatti in Filologia Inglese, e diventa Docente della materia presso l’Università di Murcia (ora in congedo, ndr). Il suo lavoro la appassiona sempre più, e la porta a viaggiare nelle più prestigiose Università americane, dove prende parte a seminari, a progetti accademici e culturali.

La sua vita cambia radicalmente quando, nel 2009 pubblica il suo primo libro: “La notte ha cambiato rumore ” (“El tiempo entre costuras”, ndt) un romanzo storico e di spionaggio, che vede per protagonista una giovane spagnola alle prese con la dura realtà della Guerra Civile del 1936. Il romanzo, divenuto un best seller (superando il milione di copie vendute e raccogliendo commenti positivi sia di pubblico che di critica), non solo ha ottenuto il Premio Ciudad de Cartagena de Novela Histórica – il massimo riconoscimento elargito dalla città di Cartagena durante il Festival del Romanzo Storico – ma diverrà ben presto una serie televisiva (prodotta e trasmessa dalla rete spagnola Antena3).

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Il 2012 ha visto María Dueñas nuovamente protagonista, grazie all’uscita del suo nuovo romanzo “Misión Olvido”, un romanzo ”amore la cui trama si svolge tra la California e la Spagna, a partire dagli anni 50 fino al XX secolo (“Misión Olvido” ha già ricevuto il Premio Cultura della Città di Madrid).

Di seguito pubblichiamo un’intervista che l’autrice ha concesso al quotidiano ABC poco prima dell’uscita del suo secondo romanzo (nel corso dell’intervista il primo romanzo verrà sempre indicato con il titolo in italiano, ndr):

Dopo il gran successo ottenuto con il Suo primo romanzo, come vive la pubblicazione di questo secondo libro ?

Bene…sono cosciente di aver dato il massimo in questo mio secondo lavoro: vi ho dedicato tempo, entusiasmo e speranze. Ora la chiave del successo è in mano ai lettori: sono loro che decidono o meno il successo di un’opera.

In un momento così delicato per l’industria editoriale (gli ultimi 5 anni hanno dato saldi negativi alle vendite), pesa la responsabilità di mantenere le aspettative di milioni di lettori ?

No, non pesa: sono grata per tutto ciò che il mio primo romanzo mi ha regalato. Non si tratta tanto di responsabilità, quanto di un’immensa gratitudine ed una gran soddisfazione. La Spagna è ricca di persone che non vedono l’ora di leggere un buon libro…il problema è che si pubblica troppo.

Come docente ed autrice, crede che il problema della lettura in Spagna sia culturalmente strutturale, o sia un fenomeno legato a questi tempi di crisi ?

Non credo sia colpa della crisi. Purtroppo non abbiamo una ricca tradizione come “lettori”: non siamo un paese che legge. In Spagna non si promuove la lettura, e questo è un problema di educazione che purtroppo non si sta nemmeno cercando di risolvere.

Com’è il rapporto con i suoi lettori?

Molto stretto, cordiale, arricchente. In questo periodo di promozione, ad esempio, so di aver davanti giorni e giorni di intenso lavoro, ma so anche che potrò incontrare tantissimi lettori: persone felici di conoscerti, e di confessarti le loro emozioni dopo aver letto un tuo lavoro, che si sentono “complici” di un backstage letterario.

Certo il fatto di aver avuto tra lettori VIP Mario Vargas Llosa (che ha molto elogiato “La notte ha cambiato rumore”) la pone già ad alti livelli

Si, ne sono consapevole. Confido nel fatto che “Misión Olvido” sia una storia che torni ad appassionare i lettori perchè – sebbene sia molto diversa dalla precedente – ha dei punti in comune con “La notte ha cambiato rumore”. La carica emotiva ed umana del romanzo, le passioni, le emozioni … si tratta di qualcosa che ci accumuna tutti, che tutti condividiamo. Io considero questo romanzo un vero “pezzo di vita”.

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Pensava da molto a questa trama ?

L’idea mi venne per caso, durante una visita alle ultime missioni francescane del nord della California (a Sonoma): mi affascinarono, e mi chiesi come mai nessuno aveva ancora raccontato nulla al riguardo. Mi ripromisi che un giorno o l’altro l’avrei fatto io. In breve tempo divenne un progetto, ma il successo di “La notte ha cambiato rumore” mi travolse, lasciandomi del tutto priva di energie. Sono stati anni intensi, ma sapevo che mi sarei ritagliata del tempo per completare il progetto.

L’ha mai infastidita tanto successo ?

No, ma è necessario saper porre dei limiti, ero cosciente del fatto che non potevo farmi assorbire del tutto da questo successo: esserne orgogliosa sì.

Lei e la protagonista del romanzo, Blanca, avete molti punti in comune: anche lei è professoressa, ha la sua stessa età, è madre di due figli…non ha mai temuto di superare il limite tra romanzo e realtà ?

No. Sono molto metodica e pignola nello scrivere, e questo mi ha permesso di controllare bene questo limite. E’ vero che io e Blanca ci somigliamo molto: abbiamo addirittura la stessa struttura familiare, ci circonda lo stesso mondo…ma non le ho “regalato” altro! Tutte queste somiglianze mi hanno permesso di avvicinarmi a lei, di essere spesso sua complice, e tutto ciò è stato molto positivo quando si è trattato di costruire un personaggio credibile, con il quale il lettore possa sviluppare una grande empatia.

Quando ha deciso di diventare autrice ?

Sono stata un’autrice “tarda”…ho sempre scritto in realtà, ma di temi diversi. Vengo dal mondo universitario, dalla filologia, ed ho sempre lavorato con il linguaggio da un punto di vista molto “interno”, ma scivere mi è sempre piaciuto e per fortuna scrivo abbastanza rapidamente e con fluidità.

Ci sono già dei manoscritti nascosti in cassaforte?

Nemmeno uno. Per vent’anni mi sono dedicata solo al mio lavoro e quando ho pensato di fare qualcosa di diverso ho iniziato a scrivere, ma senza sapere fino a dove sarei arrivata…diventare autrice non è mai stato uno dei miei obbiettivi.

Tornerà ad insegnare all”università?

Non lo so. L’unica cosa che so al momento è che le due professioni non possono coesistere, perchè alla fine una delle due si deteriorerebbe. Ho ancora due anni di congedo, e nessun piano per il momento.

Senza anticipare nulla, possiamo dire che Ramón J. Sender (scrittore spagnolo che ha vissuto sia il dramma della guerra civile che quello dell’esilio, ndr) ha un ruolo importante nel romanzo. Chi erano i suoi autori di riferimento ?

Beh, diciamo che non sono una mitomane nemmeno in campo lettarario. Amo la letteratura classica, ma non ho pregiudizi verso nessuna forma di quest’arte. Certo ammiro i “grandi”, ma di “grandi” ce ne sono stati tanti…mi definirei una lettrice onnivora.

Come si è trovata nel mondo letterario spagnolo?

Non ho rapporti stretti con molti autori, però mi sento a mio agio con loro, mi hanno accolto con calore e rispetto. In un 95% dei casi mi sono sentita ben accetta ed appoggiata…il restante 5% lo tengo per me.

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“Misión olvido” tratta delle “seconde possibilità”. Crede che la società Spagna ne avrà una?

Sono convinta che questa crisi passerà, ma non so quando nè in che modo. Sono una gran ottimista: so che questo paese ha passato momenti storici peggiori ed ha saputo rialzarsi. Quello che penso sia grave è che nessuno abbia dato un segnale d’allarme, come abbiamo fatto a non accorgerci in tempo di ciò a cui stavamo andando incontro. Siamo stati ciechi ed ignoranti.

Crede che un certo tipo di letteratura possa riparare tante cicatrici ?

La letteratura ha funzioni e valori infiniti, che dipendono però dai lettori e dalle circostanze. Credo però che in determinati momenti (anche storici) possa “preparare”. Mi è capitato con “La notte ha cambiato rumore”: molti lettori mi hanno confidato di come il libro li abbia aiutati in periodi di difficoltà, di crisi personale…

Ha già in mente il prossimo libro?

Ora penso alla promozione di questo, poi vedremo. Ho qualche piccola idea, ma nulla di concreto per ora.