La Coruña (Galizia): la storia di Vito

Galicia, La Coruña, un luogo in cui sembra che la notte non arrivi mai, uno dei luoghi più solari ed accoglienti in cui trasferirsi. Vito è approdato sulle sue coste per Erasmus e si è innamorato di una terra che gli ha mostrato le sue bellezze e la sua allegria.

Come era la tua vita prima di trasferirti in Galizia? E cosa ti ha spinto a prendere questa decisione?

Sono nato e cresciuto in un paese nella provincia di Avellino, Grottaminarda, un piccolo paesino campano dell’ Irpinia. Prima di trasferirmi in Spagna vivevo a Salerno per motivi di studio. Sono due anni che vivo nel Cilento come studente di “Filologia”della facoltà di “Lingue e letterature straniere”, precisamente da quando sono risultato idoneo alla borsa di studio del progetto Erasmus. Sinceramente, già da un po’ l’idea di allontanarmi da casa mi frullava nella testa, ma non avevo mai avuto il coraggio di affrontarla fino in fondo. Devo ammettere che all’inizio non è stato per niente facile. Andare a vivere in un altro paese, completamente solo e non conoscendo la lingua alla perfezione un po’ mi terrorizzava. Studiando “Lingue e letterature straniere” mi sentivo quasi in dovere di spostarmi, anche perché imparare una lingua straniera da nativi non si può paragonare, ad esempio, ad un italiano che insegna lo spagnolo. Non ero mai stato in Spagna e avevo voglia di un totale cambiamento. Ho sempre avuto questo desiderio di spostarmi, di non essere una persona che si limita alle poche cose che possiede. Mi avevano sempre parlato benissimo di questa nazione, della sua solarità e solidarietà, della continua voglia di festa ma soprattutto della sua ospitalità. Così mi sono convinto e sono partito.

Vito Pelosi, Galizia la coruña

E’ stato difficile adattarti al nuovo stile di vita?

All’inizio è stato difficile abituarmi. Dove vivo io, La Coruña, in inverno, il sole non sorge prima delle nove. Era molto strano svegliarsi alle otto di mattina e dover accendere la luce dato che fuori era completamente buio. Però è altrettanto straordinario, in questa stagione, veder tramontare il sole alle dieci di sera. E dicono che in estate sembri come se la notte non volesse mai arrivare. Adoro anche il fatto che qui si è più liberi di esprimere i propri interessi e i propri pensieri, a differenza dell’Italia dove molto spesso vieni boicottato.

Cosa hanno pensato i tuoi familiari di questa tua scelta?

Mi hanno sempre incitato e spinto nel fare questa esperienza. Mia madre mi ha sempre appoggiato e consigliato riguardo alla mia decisione di partire, a differenza di mia nonna che quando le ho detto che andavo a vivere in Spagna mi ha risposto: “Così lontano e così tanto tempo?”. Devo ringraziare anche mio zio, se non fosse stato per lui forse non sarei mai partito. Certo un po’ l’Italia mi manca, lo ammetto, soprattutto mia madre e i miei fratelli, ma sono una persona che si adatta subito a qualsiasi cosa. Poi vivere qui è davvero il massimo. Devo dire che, da campano, una delle poche cose di cui sento la mancanza è la pizza, oltre ai miei carissimi amici, con i quali ho condiviso molti anni della mia vita, sia universitaria che privata. Ah, poi c’è un’altra cosa che mi manca davvero tanto dell’Italia : “il caffè italiano”!

Quali erano le tue aspirazioni al momento del trasferimento?

Sono una persona molto ambiziosa e al momento della partenza mi sono prefisso che avrei imparato alla perfezione lo spagnolo e che avrei frequentato l’università confrontandomi con i ragazzi del luogo. Credo di essere a un buon punto. Sono una persona che cerca sempre di affrontare situazioni più grandi di me, penso che sia il modo migliore per crescere e realizzarti , dato che, nella vita, nessuno ti da niente per niente.

Rifaresti le stesse scelte?

Ovviamente! Non mi pento affatto di aver intrapreso questa strada e di aver deciso di provare questa esperienza. La Spagna mi sta regalando fortissime emozioni e mi sento davvero in dovere di ringraziarla.

Quali sono gli aspetti della Galizia che cambieresti?

Fondamentalmente non c’è tantissimo da cambiare. Le persone sono gentilissime e disponibilissime per qualsiasi dubbio o richiesta tu abbia da esporre. All’inizio ero terrorizzato. Non conoscendo alla perfezione la lingua ero abbastanza spaventato. Era la mia prima volta in Spagna e non avevo idea di come potessero reagire gli spagnoli all’idea che fossi italiano. Una volta arrivato qui ho capito che non eravamo poi così diversi, abbiamo le stesse abitudini, gli stessi eufemismi e gesticoliamo allo stesso modo. E’ come se fossimo fratelli . Forse l’unica cosa che cambierei sono le scritte dei cartelli stradali e delle insegne pubblicitarie, ponendo come prima lingua lo spagnolo e in secondo piano il gallego.

C’è un motivo in particolare che ti ha spinto a scegliere la Galizia?

Avevo già sentito parlare della tradizione celtica che caratterizzava questa città ed essendo una persona che ama la musica, usanze e simboli celtici mi aveva subito incuriosito.

In Galizia arrivano molti italiani?

Beh, si, ce ne sono abbastanza. C’è anche un gruppo chiamato “Italiani in Galizia” (vedi intervista su Voglio Vivere Così) che spesso organizza feste e rappresentazioni legate all’Italia. L’ultima volta c’è stato un incontro dedicato alla “tammurriata” napoletana. Ovviamente sono stato uno dei primi a scendere in pista e a ballare il mio ballo popolare.

Quali sono gli aspetti più belli e caratteristici della Galizia?

L’immenso verde dal quale è circondata. E’ completamente circondata da parchi, montagne, per non parlare delle isole e delle splendide spiagge di cui è dotata. Da far invidia a quelle americane. Con sabbia finissima e acqua cristallina. Per non parlare poi, delle feste che si svolgono in Galizia! Pensa che è una delle regioni con un tasso di festività più alto in Spagna. Già a maggio hanno inizio diverse attività collegate alla festa, e per tutto il mese di giugno si tengono numerosi eventi culturali, sociali, sportivi e popolari. Concerti di musica da camera, recital, mostre, spettacoli di danza classica o balli regionali si alternano nei luoghi più emblematici della città. Ma la data più attesa è il 23 giugno. Per tutto il giorno si susseguono sfilate e parate in cui non mancano le bande musicali, le cornamuse e i balli tradizionali, così come i giganti e i testoni che riempiono le strade di La Coruña di colori, allegria e suoni festosi.

La piazza di María Pita fa da sfondo a un festival musicale, e il profumo di sardine arrosto invade la città all’ora di cena per via delle numerose sardiñadas (“sardinate”) organizzate in tutti i quartieri. Quando scende la notte iniziano ad accendersi poco a poco centinaia di falò, ma è nelle spiagge di Riazor e Orzán che la festa assume le dimensioni più spettacolari. A mezzanotte il colore del fuoco si rispecchia nelle acque dell’oceano Atlantico: a noite da queima (la notte dei falò) è arrivata al suo culmine, quando un gigantesco falò preparato due giorni prima e collocato in questo splendido scenario inizia a bruciare. Sono molte le persone che decidono di partecipare al rito purificatore del bagno immergendosi nelle acque di Riazor. Il cielo si illumina di fuochi d’artificio e la festa si trasferisce nelle strade di La Coruña, piene di vita fino all’alba.

Se potessi creare una realtà perfetta, quali aspetti prenderesti di Galizia e quali della tua città?

Sarebbe troppo azzardato dire che della mia città non prenderei niente a parte la mia famiglia e i miei amici? Se potessero venire a vivere qui sarebbe il paradiso.

Per scrivere a Vito:

vitopelosi@msn.com

A cura di Nicole Cascione