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Jerez de la Frontera … del vino, dei cavalli e del flamenco

Jerez de la Frontera

Jerez de la Frontera … del vino, dei cavalli e del flamenco

Passeggiando per le vie di Jerez de la Frontera, in un accalorato pomeriggio andaluso, all’ora della “siesta”, mi è capitato di sentir risuonare per le strade deserte soltanto un rumore di tacchi sul pavimento. Un ritmo inconfondibile oltrepassava i muri di quelle che sono le varie accademie e scuole di Flamenco della città, le più famose di Spagna.

Anche in questa città del profondo Sud della Spagna si legge sui connotati dell’architettura la mescolanza di culture passate, ma soprattutto quella musulmana e quella cattolica. Molti palazzi e chiese sono state issate modificando moschee e il risultato è un’architettura singolare.

A cavallo tra la Sierra e l’oceano, Jerez si trova a mezz’ora circa da Cadiz (Cadice) ed è considerata la culla di molte delle tradizioni andaluse. Prima tra tutte il Flamenco, espressione artistica dichiarata nel 2010 Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’Unesco. È a Jerez che sono nati molti tra i migliori cantanti, ballerini e chitarristi della storia del flamenco: una mescolanza tra canto, danza e chitarra arabo/gitana e un’espressione, nel canto disperato, di quel sentimento di fatalità, mistero e dolore del mondo andaluso.

Nel cuore della città, nel centrico quartiere di Santiago, si erge lo splendido palazzo, Palacio de Pemartín (XVIII), sede del Centro Andaluz de Flamenco (Centro Andaluso del Flamenco): un’accademia, ma anche una biblioteca e un museo, dove si apprendono tutti i segreti del duende (l’apice che a volte gli interpreti riescono a raggiungere e trasmettere alla platea elettrizzata).

Numerosi i cicli flamenchi offerti a Jerez, a partire da febbraio con il famoso Festival Internacional de Flamenco, fino alla tradizionale Fiesta de la Bulería (a settembre). Uno dei migliori modi di assistere ad una performance di canto, ballo e chitarra è, comunque, trovarsi nelle varie Peñas Flamencas (incontri d’artisti) organizzate per tutta la primavera e l’estate nelle vie cittadine.

Tra i principali nomi del Falmenco contemporaneo, che mescola elementi gitani con jazz e ritmi latinoamericani: Camarón de la Isla (1950-1992) e Paco de Lucía (1947 -2015). Il granadino Enrique Morente, mancato recentemente, è stato uno dei cantanti più appassionati di quest’inizio secolo e, tra le cantanti andaluse, Lola Flores e Concha Piquer hanno passato lo scettro alle più giovani. Tra queste, molto conosciuta Estrella Morente, voce del film Volver di Pedro Almodovar.

Jerez, Xérès, Sherry i tre nomi di un vino.

Il clima singolare di questo pezzo di terra, che beneficia delle correnti umide dell’Antlantico, la particolarità del suolo, la varietà delle uve utilizzate (palomino) sono alle base del famoso vino di Jerez (fortificato, liquoroso). La cosa strana di questo vino – ancora poco stimato ma molto antico – è che a seconda del paese in cui viene consumato (soprattutto Inghilterra e Francia) cambia nome. È Jerez, come la zona dove viene prodotto, in Spagna, è Xérès in Francia e Sherry in Inghilterra.

E perché questo vino cambia nome attraversando l’Oceano o i Pirenei?

Semplice. Nota è la scarsa attitudine all’uso di altre lingue da parte dei sudditi della Regina Elisabetta e dei cytoien del La République. Essendosi entrambi questi popoli interessati da secoli alla produzione e importazione di questo vino in particolare (molti i viticultori inglesi che si sono trasferiti a Jerez), ognuno di questi ha adattato la pronuncia alla propria lingua madre. Tanto fu il successo della bevanda oltre confine che, oggi, la Denominazione spagnola reca il nome di: Jerez-Xérès-Sherry.

Il terzo emblema di Jerez: il cavallo andaluso

In uno dei pueblos blancos (paesi bianchi) circostanti Jerez, può succedere di essere seduti al bar e vedere arrivare l’andaluso di turno sul suo cavallo, prendersi il suo aperitivo e ripartire, senza essere sceso dalla sella!

Questo in centro città è molto più difficile, ma anche a Jerez l’atavico amore degli andalusi per questo nobile animale – cavallo andaluso è a volte sinonimo di cavallo spagnolo – si esprime al meglio. Sarà soprattutto la visita alla Real Escuela Andaluza del Arte Ecuestre (in centro città) e alla Ferias de la vendemmia che si può sfruttare al massimo la bellezza di questo animale. La Real Escuela è mondialmente conosciuta per le sue esibizioni di “Como Bailan Los Caballos Andaluces” (come ballano i cavalli andalusi); spettacoli pieni di perizia che dalla piccola città andalusa percorrono tournée mondiali. L’istituzione si occupa della selezione dei cavalli e della formazione de los jinetes, gli esperti nelle pratiche tradizionali dell’equitazione andalusa: La Doma Clásica e la Vaquera. I giovani che tentano di entrare alla scuola d’equitazione si sottopongono a prove durissime. I pochi che arrivano alla fine del percorso di studio partecipano alle esibizioni dell’accademia.

La visita alle scuderie della scuola permette di avvicinarsi alla bellezza e alla nobiltà di questi splendidi animali … che si immaginano correre liberi e nervosi sulla Sierra di questa regione piena di fascino.

I siti:

www.turismojerez.com

www.juntadeandalucia.es

www.realescuela.org

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