La laguna di Valencia

I romani la chiamavano “Lagus Naccararum” – il lago bianco e, anche se oggi le sue acque sono meno brillanti, il fascino che emana è sicuramente lo stesso.

La laguna è costellata di piccoli isolotti dove trovano riparo i numerosi pescatori che si ritrovano qui ogni giorno, e non solo. Attraverso un intricato labirinto di giunchi, canneti e gladioli di palude ci sia addentra in quello che è un vero e proprio rifugio per diverse specie animali: anatre, uccelli di palude, “correlimos”, martin pescatore, anguille e addirittura cicogne.

Sugli isolotti si trovano anche le inconfondibili capanne con il tetto di canne, alcune originali, altre rimesse a nuovo seguendo gli esempi delle più antiche. In molti vorrebbero costruirsene una per venire a passare il fine settimana in questo paradiso, ma nella laguna vige il divieto assoluto di costruire.

La laguna di Valencia infatti è un Parco Naturale, di circa 21.000 ettari suddivisi tra il lago, i terreni circostanti – dove si coltiva riso – ed una zona sabbiosa conosciuta come “l’arenile di El Saler” , il vero cuore naturale della laguna. Questa diversità di ecosistemi fa sì che tutta l’area sia conosciuta come zone di straordinaria ricchezza biologica e per questo la pesca nella laguna è rigidamente regolata e controllata.

E anche se lo sviluppo industriale ed economico rendono questo sistema molto fragile (la massiccia urbanizzazione per esempio ha sia ridotto l’estensione del lago che la qualità dell’acqua), l’atmosfera che vi si respira è magica e si rimane ammirati in contemplazione degli splendidi tramonti che si specchiano nell’acqua o della pacifica vita di questa fauna indisturbata.