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L’ateneo di Madrid: 185 anni di storia

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L’ateneo di Madrid: 185 anni di storia

Definito come “Istituzione culturale privata, dedicata alla diffusione delle arti, della scienza e delle lettere” sin dal 1833.

In quell’anno, grazie soprattutto al vento liberale portato dall’allora reggente Maria Cristina di Napoli, alcune tra le più alte personalità del mondo culturale spagnolo (Angel de Saavedra – Duca di Rivas – Salustiano Olózaga, Mesonero Romanos, Alcalá Galiano, Juan Miguel de los Ríos, Francisco Fabra e Francisco López Olavarrieta) fondano l’Ateneo Scientifico e Letterario, carichi del più puro sentimento romantico-liberale del”epoca. Gli Statuti redatti lo definiscono come “Società scientifica, letteraria ed artistica o Istituto Libero d’Insegnamento, dal carattere accademico e letterario”.

L’Ateneo si apre ben presto alla libera discussione, le famose “tertulias” (riunioni, informali e periodiche, di persone interessate a un tema o a un ramo artistico-letterario, che si incontrano per condividere opinioni, discutere, informarsi…ndr) che successivamente sfoceranno nel dibattito vero e proprio. Corsi, conferenze, laboratori scientifici e letterari completano il programma di questo luogo, divenuto uno dei punti chiave di una vita culturale febbrile ed appassionata.

Diverse furono le sedi che negli anni accolsero l’Ateneo dal Palacio de Abrantes (storico edificio facente parte del quartiere austriaco, ndr), alle centrali Plaza del Angel, Calle Carretas o Calle Montera, fino all’attuale Calle del Prado. L’edificio che ospita oggi l’Ateneo è opera degli architetti modernisti Enrique Fort Guyenet (personaggio eclettico, appassionato di architettura storica ed in particolare dello stile Neomudejar tipico della Penisola Iberica del XIX secolo) e Luis de Landecho. Gli interni sono stati affidati al pittore e scultore modernista Arturo Mélida y Alinari, autore anche del monumento a Colombo in Plaza de Colón a Madrid.

La nuova, splendida sede dell’Ateneo venne inaugurata nel 1884 da Antonio Cánovas del Castillo, una delle figure più influenti della politica spagnola nella seconda metà del XIX secolo. Massimo esponente del Partito Conservatore è considerato ancora oggi come uno dei più brillanti politici conservatori della storia contemporanea spagnola: fu Presidente del Consiglio dei Ministri di Spagna per gran parte della seconda metà del secolo XIX.

Antonio Cánovas del Castillo fu uno dei primi Presidenti dell’Ateneo, cui si susseguirono importanti figure del mondo letterario, scientifico e politico (Miguel de Unamuno, Laureano Figuerola, Antonio Alcalá Galiano tra gli altri), sottolineando così l’importanza di questo nuovo centro di politica e cultura liberale.

Il primo socio dell’Ateneo fu Mariano José de Larra, giovane scrittore romantico, considerato uno dei massimi esponenti della corrente in Spagna, mentre la fondazione e ampliamento della splendida biblioteca si devono a Ramón de Mesonero Romanos, intenso autore costumbrista, che ne farà una delle migliori di Spagna. L’ambizione di Mesonero conquista il governo spagnolo che, nel 1838 decide di assegnare alla biblioteca un esemplare di ogni opera uscita dalla casa editrice nazionale, così come tutti quegli esemplari che “avanzano” dall’unione delle biblioteche di corte, di quelle dei conventi soppressi e della biblioteca nazionale. La Biblioteca dell”Ateneo si arricchisce così di opere prime, tomi, enciclopedie, fino a divenire fulcro dell”Ateneo stesso, ed oggi vero e proprio tesoro.

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L’Ateneo diventa specchio di un Paese che si risveglia alla cultura, tanto da essere definito, tra il 1854 ed il 1875, ” l’Olanda di Spagna” (rimandando all”apertura liberale e culturale dell”Olanda dell”epoca). La vita dell’Ateneo freme, e tra il XVI ed il XVI si susseguono conferenze di personaggi illustri come Manuel Becerra (matematico con la passione dell”astronomia), Amador de los Rios (archeologo e storico che tiene conferenze sulla cultura judía), le tertulias di don Ramón María del Valle-Inclán, fino alle dissertazioni sulla filosofia del bello di Juan Valera o alle lezioni di politica internazionale di Echegeray. Per tutto questo periodo la Biblioteca rimane il sancta sanctorum dell’Ateneo.

I decenni successivi sono di grande fermento, e l’Ateneo si converte nell’agorà culturale di Spagna, da cui usciranno 16 Presidenti di Governo. Per sole 10 pesetas al mese (l”equivalente di 0,06 centesimi di euro di oggi) si poteva accedere a grandi saloni, dove poter ascoltare grandi filosofi o politici, matematici o storici, ma soprattutto ammirare testi unici, che nel 1935 raggiunsero l’impressionante cifra di 100.000.

Tutto nell’Ateneo – e soprattutto per i suoi soci – diventa dibattito: Azorín (grande autore della generazione del ’98) fonda il gruppo degli “Intellettuali”, e lo scoppio della Grande Guerra accende gli animi ed i dibattiti. Il XX secolo vede preponderante la figura di Manuel Azaña – un vero prototipo dei membri dell’Ateneo: socio attivo e gran dissertatore fu Segretario durante la Grande Guerra e Presidente del Governo tra il 1930 ed il 1932. La sua carriera politica rispecchia in pieno la personalità di un grande intellettuale che, dall’anonimato, passerà a ricoprire – grazie proprio all’Ateneo di Madrid – le più alte cariche del potere dello Stato.

Fortemente temuto dalla dittatura di Primo de Rivera, per il forte carattere liberale, l’Ateneo rischiò di scomparire quando Alfonso XIII cercò di inglobarlo al “Circolo di Belle Arti“, e fu grazie a caparbi oppositori che questo non avvenne: tra tutti Manuel Aznar, l’allora direttore de “El Sol” (quotidiano madrileno, liberale, fondato nel 1917 ed eliminato durante il Franchismo), che dalle pagine del suo giornale ribadiva come questo avrebbe significato la morte di un”istituzione tanto importante e con la quale moltissimi spagnoli si identificavano in epoche così difficili.

Nonostante le forti opposizioni, dove non riuscì Primo Rivera, arrivo il generalissimo Franco: la falange chiuse l’ Ateneo, utilizzandone le sale come “Aule per le delegazioni provinciali” .

Fu solo dopo la caduta del regime che l’Ateneo tornò ad essere un importante punto di riferimento culturale: Florentino Negrín, socio dell’Ateneo dal 1959 disse: “L’Ateneo è come un leone dormiente. Durante la Guerra Civile aveva il compito di far tornare la Repubblica…e a suo modo lo fece. Oggi è difficile pensare ad un suo coinvolgimento politico o sociale a breve temine. L’importante ora è che continui a resistere”.

Diletta Fraizzoli

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