Marco Cristofori, fotografo, da Roma a Madrid

Marco Cristofori, 51 anni, romano, fotografo per numerose riviste nazionali e internazionali. Dopo varie “peregrinazioni” tra Canada, Francia (vive a Parigi 7 anni) e Belgio, seguendo la moglie insegnante, si stabilisce con la famiglia (due figli) a Madrid, dieci anni fa.

Vive in un quartiere al lato di uno dei polmoni verdi della capitale spagnola – il Parco del Buen Retiro; ha appena fondato ANPI Spagna: la prima sezione spagnola dell’Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani, che già da qualche anno si sta espandendo fuori confine. Come molti italiani, che approdano in Spagna, è soddisfatto della sua scelta e, fatti i dovuti raffronti con Roma … “Madrid sembra una piccola Svizzera”, per come funziona. Sta facendo le pratiche per ottenere la nazionalità spagnola e non pensa di tornare a vivere in Italia.

Cominciamo l’intervista con Marco chiedendo perché vuole cambiare nazionalità.

M.C. Non è una questione politica, ma personale. Semplicemente, mio figlio è un “campioncino” di tuffi e ha bisogno della nazionalità spagnola. La cosa sarà pure divertente perché l’iter prevede che io chieda la rinuncia della nazionalità italiana; le autorità italiane la rifiuteranno ed io avrò, in pratica, una doppia nazionalità: Italiano per gli Italiani, Spagnolo per gli Spagnoli.

P.G. Parliamo dei quartieri di Madrid, cominciando da quello in cui vivi tu

M.C. Ci siamo stabiliti a Madrid oltre 10 anni fa, in un appartamento vicino al Retiro (n.d.r. il grande parco nei pressi della stazione ferroviaria di Atocha). È un quartiere limitrofo al borghesissimo Salamanca (il più chic della città). Qui vivono famiglie medio- borghesi. Madrid è praticamente divisa in due: la parte Nord (con la periferia) è più chic, residenziale. La parte Sud è quella multietnica, popolare, dove vivono molti migranti. I quartieri popolari storici sono Calabanchel, Lavapiés…

P.G. Enunciami i pro e i contro del tuo passaggio da Roma a Madrid.

M.C. Contro … uhm, difficile! Rispetto a Roma, Madrid sembra una piccola Svizzera. Tutto funziona. Proprio in questi giorni sto facendo dei giri per documenti ed è incredibile. Ero all’ufficio delle tasse per chiedere un certificato. Ho preso il biglietto per fare la coda. Il tempo di guardarsi intorno, per capire dove dovevo andare, e mi avevano già chiamato. Ho fatto 3 certificati in meno di mezz’ora! Il Comune è istantaneo. Anche qui ho preso il biglietto. Mi sono messo in coda e … mi stavano già chiamando. Ho fatto la mia richiesta e tra qualche giorno il certificato mi sarà inviato a casa.

Un altro esempio. Ho perso il NIE (numero identificacion extranjeros) – sorta di codice fiscale degli europei residenti in Spagna -. Questa mattina ho chiamato la polizia e ho sporto denuncia. Mi hanno richiamato subito per dirmi in quale commissariato andare a ritirare il certificato. 5 minuti d’attesa e l’avevo già in mano. Ho risolto tutto in un quarto d’ora. Questo per dire che qui tutto funziona molto bene. Anche i miei parenti quando arrivano da Roma restano sorpresi. E poi la città è vivibile. Le barriere architettoniche sono quasi inesistenti; gli autobus sono tutti adattati a caricare carrozzine e carrozzelle; i semafori hanno il richiamo per i ciechi … Insomma, tutto è molto organizzato… e questo per un italiano conta.

P.G. Cosa colpisce un Italiano che arriva a Madrid?

M.C. Secondo me un italiano poco informato arriva qui pensando alla fiesta al rumore, al disordine, allo sporco. Invece La città è ordinata, pulitissima … Roma, al confronto, è abbandonata a se stessa…

P.G. Com’è la vita a Madrid e in Spagna in termini di prezzi, ad esempio, gli affitti.

M.C. I prezzi degli appartamenti sono decisamente più abbordabili rispetto a Roma e Milano. A Madrid si possono trovare appartamentini anche a 600 euro, non proprio in centro, ma nei pressi. Oltretutto, ora a Madrid, come nel resto della Spagna, il prezzo dell’immobiliare sta calando. Bisogna aggiungere poi i numerosi appartamenti pignorati dalle banche che – è voce di questi giorni – verranno presto immessi nel mercato. I prezzi dovrebbero scendere ulteriormente.

P.G. Parliamo ancora degli aspetti positivi del vivere a Madrid

Ad esempio la scuola. Mio figlio (14 anni) è campione di tuffi nella sua categoria. Ebbene la Comunidad Autonoma (sorta di macro regione) gli mette a disposizione gratuitamente una scuola speciale, dove vanno tutti i “campioncini”. È una scuola per atleti ad alto rendimento. Le trasferte per le gare non sono un problema; è tutto regolato dalla scuola. Come mio figlio, ci sono piccoli campioni di golf, tennis, palla nuoto…

P.G. Ma, insomma una negatività?

M.C. Il traffico. In città hanno privilegiato un po’ troppo il traffico su gomma e aumentato notevolmente le tasse per costruire tunnel chilometrici che attraversano la città … e per uno come me che va in bicicletta …

P.G. Parliamo di convivenza. Madrid è una città tollerante con le sue minoranze?

M.C. Basti pensare che l’ex sindaco della città Gallardón (del Partito Popolare, centro destra) è stato uno dei principali sostenitori della legge per il matrimonio tra omosessuali. A Madrid, benché vi sia una giunta di destra, certe politiche vengono affrontate con serenità. Qui c’è un’immigrazione mostruosa di gay e lesbiche che arrivano dall’Italia.

Chueca è il quartiere gay. Con l’aiuto della Comunidad Autonoma, questo quartiere popolare, confinante con la centralissima Gran Via era degradato, un covo di prostituzione e spaccio di droghe. Oggi è rifiorito. Gli imprenditori gay e lesbiche hanno aperto qui le loro attività e oggi la calle Fuencarral (nel cuore di Chueca) è la via dello shopping alternativo alla più classica calle Serrano. Chueca – dove Almodovar ha ambientato molte sue pellicole – è il quartiere popolar-chic per eccellenza e, visto l’alto potenziale di acquisto di tutta la comunità gay-lesbo, l’economica del barrio è floridissima. Quando c’è poi la festa del Gay Pride, che quest’anno si sviluppa su due settimane, culminando il 2 luglio, il turismo è vivacissimo. Migliaia di persone arrivano da tutta Europa. È una festa gaissima, per tutto il pubblico, con eventi sociali, culturali e di danza. Insomma, le amministrazioni sono lungimiranti.

P.G. Perché hai deciso di aprire una sezione ANPI in Spagna?

M.C. In Italia sta diventando un vero fenomeno. Stiamo assistendo a una rinascita e a un avvicinamento da parte di molti giovani. C’è un bisogno di ripartire da punti fermi (la difesa della Costituzione), da certi valori che stavano pericolosamente entrando nel dimenticatoio. ANPI, oggi, ha sedi in tutta Europa (con 130.000 associati in tutto). Tra queste: Repubblica Ceca, Francia, Germania, Inghilterra. Con un passato di lotte comuni contro il fascismo – e pensando alle brigate internazionali che dall’Italia accorsero a lottare contro il generalissimo Franco – mi sembrava logico creare una sezione anche in Spagna.

P.G. Come si aderisce ad ANPI Spagna?

M.C. Basta versare 15 euro e seguire tutti gli aggiornamenti sui lavori della sezione su F.B.(www.facebook.com/anpi.spagna)

P.G. Sei in contatto con altri italiani che vivono a Madrid. Siete in molti?

M. C. Penso di sì, ma non saprei di preciso. A Report (RAI 3), la Gabannelli ha affermato che ogni anno tra 30.000 e 45.000 persone lasciano l’Italia. Moltissimi di questi si ripartiscono tra Barcellona e Madrid. La Spagna è un po’ una seconda casa per noi Italiani. A Madrid vi sono molti siti internet della comunità italiana. I due più famosi: www.italianiamadrid.it e www.vivereamadrid.it .

P.G. Per chiudere. Perché ami Madrid?

M.C. Perché è un “grande pueblo”. Qui si ha la qualità umana della provincia unita ai vantaggi della metropoli. La gente è tranquilla parla con i suoi simili, è aperta e disponibile, non è stressata.

Il sito:

http://www.marcocristofori.com/

ANPI Spagna:

www.facebook.com/anpi.spagna

A cura di Paola Grieco