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Michele Del Bello: un ingegnere aeronautico a Siviglia

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Michele, ingegnere aeronautico a Siviglia

“Per me Siviglia é un’occasione, un’opportunità, una storia da tenere sempre nella mia vita; non é per forza un punto d’arrivo, ma un elemento di crescita.” Un’occasione che gli ha dato l’opportunità di svolgere il lavoro per cui ha studiato. Questo è lo spirito con cui Michele Del Bello ha affrontato il cambiamento nella sua vita. Ad un tratto è passato un treno, il treno dell’occasione e lui senza pensarci su due volte, ci è saltato sopra ed ora lavora come ingegnere aeronautico a Siviglia.

“Sono sbarcato a Siviglia approfittando di un’occasione che mi si presentò in ambito lavorativo. Sono ingegnere aeronautico e lavoro per Airbus Military, parte spagnola del colosso aerospaziale francese. Vivevo già in Spagna, precisamente a Madrid, quando ebbi la possibilità di dover e poter scegliere la mia nuova destinazione tra Toulouse in Francia e Sevilla. Ed eccomi qui, ormai sono più di due anni che risiedo nella capitale andalusa.A Siviglia seguo l’assemblaggio finale di un velivolo (A400M) che presto entrerà in servizio, oltre a seguire i test in volo; in particolare, sono responsabile della messa a punto dei motori, che devono essere sempre pronti nella configurazione e con le modifiche adatte alla prova in volo programmata. Un lavoro dinamico, che mi porta ad essere in contatto con molta gente di livello e di nazionalità differenti.”

E’ un lavoro decisamente interessante. Qual è stato il tuo percorso di studio?

Mi diplomai all’ITIS di Cremona in elettronica e telecomunicazioni. Mi iscrissi poi ad ingegneria delle telecomunicazioni, che abbandonai a favore di Aeronautica al Politecnico di Milano, per seguire la mia “vocazione” verso tutto ciò che vola. Nel 2005 lasciai per la prima volta il nido, grazie ad un Erasmus a Madrid, nella Escuela Superior de Ingenieros Aeronauticos. Tornai a Milano per concludere gli studi, tranne la tesi, che ebbi la fortuna di poter svolgere come trainee (stagista) in Rolls Royce, una delle aziende leader nella costruzione di motori aeronautici, la cui sede centrale si trova a Derby (UK). Dopo la laurea riuscii a trovare lavoro a Madrid, città che fungeva già da base, poiché ogni settimana tornavo a Cambridge (UK) per seguire i test di sviluppo del motore che ora montiamo sui velivoli qui a Siviglia.

Come sei riuscito a trovare questa occupazione?

Superai due colloqui a Madrid, oltre ad aver avuto, grazie all’Erasmus e la tesi in Inghilterra, il profilo esatto per coprire la figura professionale che ricercavano. Sono stato soprattutto fortunato, in primo luogo a trovare lavoro a Madrid e poi a poter approfittare del trasferimento a Siviglia. La Spagna ha gravi problemi di disoccupazione, quindi non posso affermare che in generale sia facile trovare lavoro, soprattutto in una professione così particolare e specializzata. É passato un treno e ci sono saltato sopra.

Per la tua professione in Italia non c’erano sbocchi professionali?

Molti miei compagni di università, hanno trovato lavoro in aziende italiane, alcuni purtroppo, accettando un lavoro non proprio adatto al proprio profilo o non riconosciuto a livello economico. Io ho preferito fare buon uso delle mie esperienze all’estero e ho accettato un lavoro, a mio parere, interessante e con buone prospettive.

Prima di arrivare a Siviglia sei stato in altri Paesi?

Sì, sono stato in Inghilterra, a Derby e a Cambridge. Un’esperienza che, oltre ad arricchire il mio inglese, mi ha permesso di conoscere aspetti diversi di quella Londra da cartolina, che spesso rappresenta il nostro ideale di Regno Unito, così come ci é stato trasmesso dai libri di inglese. Curiosamente la mia vita all’estero si é svolta tra due regni.

Ci racconti qualcosa di Siviglia?

Siviglia é una città classica, ricca di tradizione e di storia. Non é un posto troppo alternativo, anche se la sua posizione economica e sociale, la collocano spesso al centro dell’attenzione. Non é nè troppo piccola nè troppo grande e caotica e permette una buona qualità di vita. La difficoltà iniziale nell’integrazione con la gente del posto, viene ricambiata da una collocazione speciale, dato che Siviglia é strategicamente situata vicino a bellissimi posti di mare, di collina e in generale al centro di una regione da scoprire. E soprattutto, Siviglia é sempre baciata dal sole! Il sud della Spagna non é industrializzato tanto quanto il nord o la zona di Madrid, per cui l’economia e il tasso di occupazione ne risentono.

Certamente, all’interno della regione andalusa, Siviglia é la capitale economica e la città più importante, sede di concerti, eventi, esposizioni, ecc. Il costo della vita é leggermente inferiore alla media italiana e ad altre grandi città come Madrid, anche se il settore immobiliare può nascondere delle brutte sorprese, qualche volta con affitti e prezzi d’acquisto al di sopra dell’effettivo valore. Nella società sivigliana si radicano molti usi e costumi della tradizione del sud della Spagna; in nessun luogo, come nella capitale andalusa, si può vivere l’importanza della “Semana Santa” (le tradizionali processioni di Pasqua), della famosissima, tradizionale e a volte sorprendentemente poco ospitale “Feria de Sevilla”, evento sociale molto atteso dai locali e caratterizzato dalle donne in costume da Gitana e carrozze di cavalli, che si muovono tra le varie tende colorate di proprietà di famiglie o aziende o ancora le corride, il buon cibo, il buon vino e le riunioni familiari.

Da un certo punto di vista, é anche una città abbastanza giovane, con università e studenti provenienti da diverse parti del mondo. Soprattutto, visto il buon clima e lo stile di vita, é bello vedere come la gente vive la strada, i bar, le piazze, lo stare fuori di casa riuniti con amici e familiari. Attenzione all’affidabilità dei sivigliani quando cercate di organizzarvi con loro: sicuramente andranno al loro ritmo, il ritardo é garantito e i “pacchi” o le “sole” sono all’ordine del giorno!

Se volessi trasferirmi a Siviglia, quali sono i primi passi da fare? Dammi qualche consiglio …

Dovresti conoscere qualcuno del posto che ti possa aiutare nella ricerca di una sistemazione (cambia molto anche solo da una strada all’altra), passeggiare di notte per il quartiere di Santa Cruz, bere birra il sabato pomeriggio nella Plaza del Salvador, se possibile uscire a mangiare tapas nei baretti più tipici, andare a correre al Parque de Maria Luisa (centrale, cittadino e frequentatissimo dai podisti).

Ah… perfetto! E qualche agenzia che mi aiuti nella ricerca di un appartamento e di un lavoro?

Le agenzie immobiliari sono molte, ma personalmente consiglierei di cominciare da internet. Suggerirei www.idealista.com, www.fotocasa.es e www.segundamano.es. Anche se, come ho detto prima, é meglio capire con qualcuno del posto, se la zona in cui stiamo cercando, corrisponde davvero alle nostre aspettative. Per quanto riguarda il lavoro invece, il primo passo da fare è quello di rivolgersi ad una delle agenzie di lavoro interinale, come si farebbe in Italia.

Da quel che ci hai raccontato, Siviglia è una bella città in cui vivere. Ma per te, oltre ad essere una bella città, cosa rappresenta?

Per me Siviglia é un’occasione, un’opportunità, una storia da tenere sempre nella mia vita; non é per forza un punto d’arrivo, ma un elemento di crescita. Siviglia é un posto nuovo, diverso anche all’interno della stessa Spagna, che sto scoprendo giorno dopo giorno. Meno poeticamente, Siviglia é il luogo dove vivo e dove abito: quando penso a casa, penso a Siviglia.

E’ un bellissimo pensiero …. E l’Italia non ti manca neanche un po’?

Ovviamente, alcune volte, sento la mancanza di alcune delle cose che ho lasciato in Italia. Chi dice di non sentire la mancanza, in realtà mente: vivendo per molto tempo in una società che non é la tua, si apprezzano le novità, ma si finisce per mal sopportare alcune delle differenze, per cui inevitabilmente, un po’ di nostalgia appare, senza però rovinare il gusto della nuova esperienza.

Cosa ti manca maggiormente?

La famiglia e il ristretto gruppo di amici intimi, che sono sempre vicini telefonicamente, ma di cui, a volte, avrei bisogno per una chiacchierata. E nonostante possa sembrare un po’ uno stereotipo, mi manca (moltissimo) il cibo!

La lontananza dagli affetti familiari che peso ha avuto nella tua scelta?

É sempre difficile vivere lontano dalla famiglia, ma il trucco sta nel conciliare ed essere in pace con entrambi i posti e con tutte le persone. É necessario avere chiaro che non si fugge da nulla, sapere dove trovare gli affetti e che cosa si sta cercando di sviluppare in questo nuovo posto. Non vedo fattibile, come fa molta gente, tornare ogni fine settimana “a casa da mamma”, perché in fin dei conti la mia vita é qui e qui devo cercare attività, amicizie e stabilità, ma non ci si può nemmeno dimenticare di tutto ciò che riguarda le nostre origini ed il nostro appoggio più grande.

Ora raccontaci qualcosa di te, come passi le tue giornate, quali sono i tuoi hobby….

Le mie giornate hanno sempre meno ore di quelle di cui avrei bisogno ed ho paura che possano risultare ben poco poetiche, perché in fin dei conti qui vivo e lavoro, con gioie e dolori quotidiani come in qualunque altro posto. Durante la settimana lavoro in orario normale, in un ambiente molto piacevole, perché in Airbus ci lavora molta gente giovane, proveniente da diversi Paesi europei. Quando esco dal lavoro cerco di andare in palestra e dopo, se mi rimangono forze, raggiungo amici e colleghi in qualche bar della città, per bere una birra. Il fine settimana, generalmente cerco di organizzare qualcosa in città, altrimenti organizzo qualche visita in posti sconosciuti della regione, che turisticamente offre molto. La mia grande passione per l’aeronautica, mi ha portato ad ottenere il brevetto di pilota privato, per cui quando posso, volo con uno degli aerei dell’Aeroclub di Siviglia, condividendo la pista con i giganti delle linee aeree. Mi piace anche andare in moto ed il clima qui é quasi una garanzia per poter organizzare uscite tutto l’anno. Il resto del tempo cerco di dedicarlo a sport vari, dalla palestra, alla corsa, al nuoto ed un po’ di iniziazione al surf, nelle fantastiche spiagge di Cadice o dell’algarve portoghese.

E il sabato sera?

In realtà, un sabato qualsiasi può iniziare molto prima: non é raro che i gruppi di amici si trovino a pranzo in uno dei molti bar, per continuare poi, bevendosi una “copa” (un classico gin tonic o coca cola con rhum ecc..) nei molti bar/discoteche che aprono dal pomeriggio fino alle 3 di notte. Tutto questo processo implica cambiare vari bar, pranzare o cenare con tapas in vari posti, gironzolare con gli amici da un posto all’altro: una serata fuori in Spagna non é mai “statica”. Ci sono zone più classiche e zone più alternative, dove l’abbigliamento é anche meno formale. Se poi si vuole continuare, non mancano le discoteche vere e proprie.

Hai da annoverare qualche altra differenza tra Siviglia e l’Italia?

Sinceramente é difficile generalizzare, perché anche in Italia ci sono molte differenze tra il nord e il sud del Paese. Io sono di Cremona ed ho notato moltissimo come, il clima e la cultura, influiscano sulla capacità e la voglia della gente di vivere all’aria aperta e con i propri cari. Una differenza meno positiva forse é l’eccesso in alcune tradizioni, a cui non ero abituato.

Quali sono state le emozioni che hai provato quando sei arrivato a Siviglia?

Appena arrivato a Siviglia ho provato una miscela di entusiasmo ed inquietudine, tipica di quando si inizia tutto da zero in un posto nuovo. Conoscendo già la lingua, ho riscontrato una difficoltà in meno, anche se il forte accento inizialmente mi ha spiazzato. La gioia più grande forse, é stata quella di svegliarsi un giorno dopo l’altro e vedere sempre un bel sole giallo.

Conti di tornare in Italia prima o poi?

Non sono per nulla sicuro che questa sia la mia destinazione definitiva, anche a causa del mio lavoro. Per il momento non conto di tornare in Italia, per lo meno finché non avrò potere ed esperienza per negoziare al meglio le condizioni. Infine, come sempre succede, l’ultima parola spetterà alla vita personale e familiare.

C’è un film che s’intitola “ Chiedimi se sono felice”. Io ora rivolgo a te questa domanda: Sei felice?

Sono felice sapendo che, quello che sto facendo, lo sto facendo da solo e che i piccoli traguardi e gli incidenti di ogni giorno, faranno per sempre parte del mio cammino. Non mi dimentico mai e non smetto mai di ripetermi che non sono qui in vacanza, per cui devo aspettarmi sorrisi e lacrime come in qualsiasi altro posto.

A cura di Nicole Cascione

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