Visitare il Museo del Prado a Madrid
Ricchissimo in opere d’arte è senza dubbio il più importante al mondo per quel che riguarda la pittura dei Maestri europei tra i secoli XVI e XIX.
Ampissima è infatti la sezione dedicata ai Velázquez, El Greco, Goya (il più rappresentato in tutto il museo), Tiziano e Rubens, di cui il Prado possiede la collezione più estesa al mondo. Non mancano Tintoretto, Veronese, Van Dyck o Poussin, tra i più rilevanti.
Per effettive limitazioni di spazio il Museo ha sempre esposto una selezione di massimo 900 opere alla volta, e già con questo lo di definiva come la “maggior concentrazione di opere maestre per metro quadro”. Dopo un a lunga opera di ampliamento, le opere esposte sono cresciute di un 50% e, all’inizio del 2017 l’esposizione permanente del Prado contava con ben 1300 opere. Il prossimo anno è prevista la riapertura del Salón de Reinos, che ospiterà altri 250-300 dipinti.
A febbraio del 2017 l’inventario dei beni artistici del Museo superava le 35.000 unità, divise in: 8045 dipinti, 10219 disegni, 6159 incisioni, 1189 oggetti d’arte decorativa, 38 tra armi ed armature, 2155 medaglie e monete, 5306 fotografie, 4 libri e 155 mappe. Come tutti gli altri grandi musei d’Europa (il Louvre o gli Uffizi), il Museo del Prado nasce dalla passione per le collezioni delle grandi dinastie di governo, durate secoli. Il Prado di per sè rappresenta il gusto personale dei regnanti spagnoli e della loro complessa rete di alleanze o inimicizie politiche, elementi che si riflettono in una collezione asimmetrica ed insuperabile per artisti e stili, ma limitata sotto altri aspetti, e fu solo a partire dal XX secolo che si cercò di riempire alcune importanti lacune artistiche.
Il Prado non è un “museo enciclopedico” come il Louvre, l’Hermitage o la National Gallery di Londra, che espongono opere di praticamente ogni epoca e scuola, al contrario, il Prado si distingue per essere una collezione intensa e diversa, in cui appaiono anche opere realizzate a richiesta dei monarchi, e che ha preso forma grazie alla passione della casa reale per per l’arte. Gli esperti lo considerano una collezione di “pittori ammirati dai pittori”, una continua, interminabile scuola pre le future generazioni di artisti, un “museo intenso”, dicono, che con il Reina Sofia” ed il Museo “Thyssen-Bornemisza” forma il noto Triangolo dell’Arte di Madrid.
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L’edificio che ospita il Museo del Prado fu concepito dal Conte di Floridablanca, primo Segretario di Stato di Carlo III, come Reale Ufficio di Storia Naturale, durante la riprogettazione della passeggiata conosciuta come Salón del Prado. Floridablanca contava sull’aiuto di Juan de Villanueva, architetto che aveva già progettato il Giardino Botanico Reale ed il Reale Osservatorio Astronomico. Il progetto del Prado fu la consacrazione di Villanueva ad architetto reale, e la massima aspirazione artistica del neoclassicismo spagnolo.
Durante la Guerra di Indipendenza le truppe francesi lo utilizzarono come stalle e magazzino militare, lasciandolo praticamente in stato di abbandono. Fu solo a partire dal 1818, con il nuovo monarca Fernando VII che l’edificio venne interamente recuperato, e fu inaugurato nel 1819 come Museo Reale della Pittura, ospitando alcune delle più importanti opere d’arte provenienti dalle collezioni Reali Spagnole. Nel 1868, dopo l’abdicazione della regina Isabella II di Spagna, il Museo Reale divenne Nazionale e pubblico, cui vennero aggiunte le sezioni di Pittura e scultura.
Gran parte delle grandi opere del Prado furono nascoste a Ginevra durante la Guerra Civile, per poi tornare a Madrid alla fine del conflitto bellico.
A partire dagli anni ’60, con il boom turistico la pinacoteca più famosa di Spagna si adattó pian piano alle nuove esigenze tecniche e di spazio. Oggi il Museo Nazionale del Prado è retto da un direttore assistito dal Real Patronato del Museo.