Tarifa: confine tra Spagna ed Africa

Tarifa, comune spagnolo andaluso, ed omonima isola, rappresenta il punto europeo più vicino al continente africano, particolare che viene sottolineato dalla posizione di “Punta Tarifa”: un lembo di terra spagnolo, ma conosciuto anche come “punta marroquì” proprio per la sua posizione estremamente meridionale.

Facente parte dell’ Isla de las Palomas, è unito alla terraferma da una strada che serve da accesso al faro che qui si trova. Punta Tarifa si trova nel punto più angusto dello Stretto di Gibilterra, a soli 14km dalla costa del Marocco, e funge da linea di confine tra le acque dell’Oceano Atlantico e del Mar Mediterraneo.

 

Il nome “Tarifa” è, in effetti, di origine araba, e deriva da Al Yazirat Tarif (Isola di Tarif). Questo nome venne dato nel 710 circa all’isolotto che si trova proprio di fronte alle coste del Marocco, e che serviva da punto d’appoggio per le truppe del comandante Tarik, durante il primo sbarco nella Penisola Iberica. L’anno successivo, il 711, dopo che gli Arabi ebbero porato a compimento la conquista della Penisola, venne fondata nell’isola una piccola cittadina, che in castigliano avrebbe poi assunto il nome di Tarifa.

Passato e presente di un luogo di confine:

Come tutto il nord dello stretto di Gibilterra, Tarifa è ricchissima d’arte rupestre, risalente al paleolitico. Una serie di grotte e anfratti, che da Tarifa arrivano sino a Medina-Sidonia, fanno da testimone a quest’arte che si estende dal Paleolitico fino all’età del Bronzo, un periodo denominato sureño. A Tarifa si trovano circa sessanta siti d’arte rupestre, i più antichi di tutta l’Andalusia, tra cui la cosiddetta “Cueva del Moro” abbellita da incisioni faunistiche e da figure di cavalli. A Tarifa si trovano anche importanti siti risalenti al periodo punico. Il più importante di questi è stato scoperto nel 1987: una grande necropoli nel pressi di Isla de las Palomas, che fa pensare ad un’antica città punica costruita sotto l’attuale Tarifa.

Importantissima nella storia antica di Tarifa è Baelo Claudia, città romana costruita nel II secolo a.C. e legata sin dalla sua fondazione alle attività di commercio e pesca con l’attuale città di Tangeri. Allo straordinario sviluppo di Baelo Claudia fa da contraltare l’incertezza che aleggia attorno alle altre città romane: Porto Albo, Mellaria, Iulia Traducta e Caetaria. In alcuni antichi scritti questi luoghi appaiono ben segnalati, mentre in altri non vi sono cenni ad altre cittadine romane.

 

La città di Caetraria, di cui si sono trovati resti archeologici, dovrebbe corrispondere all’attuale Baia di Getares, il cui nome deriva dal latino (chiara testimonianza della presenza romana), mentre Mellaria è stata più volte citata come sede bizantina, soprattutto dopo la scoperta del Castillo de los Guzmanes, databile al secolo VII.

Nei primi secoli di vita, Tarifa rimase un luogo dedito alla pesca, ma a partire dal secolo X si iniziò la costruzione di grandi fortificazioni attorno alla città: i califfi fatimidi erano giunti nel nord Africa, minacciando la dinastia Omeya, che regnava in Al-Andalus (l’odierna Andalusia), e per ordine di Abderramàn III si costruì nella città una grande fortezza difensiva.

 

Nei secoli successivi Tarifa dipenderà dai musulmani e dai berberi, fino a quando, nel 1273 il Re di Granada chiese aiuto ai Merinidi (Berberi) del nord Africa per difendere la frontiera tra Granada e Castilla, che si stabilirono a Tarifa. L’importanza strategica di questo luogo diede vita ad una lunga battaglia, che terminò nel 1295 con la vittoria di Castiglia. Narra la leggenda che i Merinidi catturarono il figlio del generale a capo delle truppe spagnole, minacciando di ucciderlo se Tarifa non fosse tornata in mano loro: il generale rifiutò, mandando ai Merinidi un pugnale con cui uccidere il ragazzo.Continue furono negli anni gli assedi alla città, fino al 1340, quando con la “Batalla del salado” Tarifa venne definitivamente conquistata dalle truppe castigliane. Nel 1596 il Consiglio di Tarifa chiese che la città fosse inserita nel Patrimonio Reale (per goderne gli ovvi benefici), ma non ottenne mai risposta e nel 1704, quando Gibilterra cadde in mano inglese, Tarifa tornò ad assumere quell’importanza strategica che l’aveva contraddistinta in passato. Divenne punto di raccolta delle truppe spagnole durante la Guerra d’Indipendenza del 1808, contro la Francia di Napoleone. Gli spagnoli resistettero, costringendo il generale a capo delle truppe francesi al suicidio nel 1812, e Tarifa rimase territorio spagnolo.

Solo nel 1944 Tarifa fu dotata di un porto commerciale per le navi che facevano rotta con Tangeri e, dopo la fine delle guerra Civile Spagnola, tutta l’area dello stretto venne fortificata militarmente: si costruirono bunker, aree per mitragliatrici ed una base navale militare per l’utilizzo di lance e sottomarini.  Ironicamente, fu nello stesso periodo che Tarifa inizò ad assumere importanza anche a livello turistico.

Patrimonio storico e culturale:

Il nucleo storico della città di Tarifa è delimitato dalle antiche mura medievali e fu dichiarato “Bene di Interesse Culturale” nel 2003. I resti delle mura cittadine sono tutti ben conservati, anche le parti diventate parte integrante di altri edifici, come ben rappresenta la bella passeggiata pedonale di Alameda, costruita nella seconda metà del XIX secolo. Delle tre antiche porte della città antica sono scomaprse quella orientale e quella occidentale, ma si conserva la struttura esterna della settentrionale Porta de Jerez, del XIII secolo.

 

Importante per la città è il citato Castillo de los Guzmanes, la fortezza iniziata da Abderramàn e terminata nel 960. Nonostante le modifiche subite negli anni, la fortezza colpisce soprattutto per la Torre de Guzman el Bueno, una torre esterna alla fortezza, ma collegata ad essa tramite un largo passaggio. Alta circa 40 metri la torre fu costruita nel XIII secolo, ed è conservata in perfetto stato. Di particolare interesse sono i monumenti religiosi che si trovano lungo il passaggio delle antiche mura. Particolare è la Chiesa di Santa Maria: costruita al lato del castello, fu in origine una moschea, e solo in età avanzata venne modificata; la Chiesa di San Francesco, invece, fu edificata nel 1797 su un tempio preesistente, mentre la Chiesa di San Matteo, edificata nel XVI secolo, in puro stile gotico, è il tempio principale della città: di questa chiesa è ancora visibile l’incompiuta facciata.

Appena fuori dalle mura cittadine, verso ovest, si trova il Castillo de santa Catalina, un forte del XVI secolo costruito sui resti di un antico eremo, con l’obiettivo di farne un magazzino per le munizioni. L’attuale forte è stato realizzato, invece, nel 1813 dagli inglesi.

Il centro storico della città si trova all’interno delle grandi mura medievali, conservate praticamente in perfetto stato lungo tutto il perimetro. Le strade che formano il centro presentano ancora la rete tipica medievale, fatta di piccole stradine strette, senza particolari attenzioni urbanistiche. La zona esterna alle mura iniziò ad essere edificata solo a partire dagli anni ’70, con la realizzazione dell’ Avenida de Andalucia, arteria principale che collegava il centro alla periferia cittadina. Tutt’intorno alla città, lungo la costa, sorgono ben otto torri d’avvistamento, costruite tra il XV de il XVI secolo. Le diverse epoche in cui sono state realizzate hanno fatto sì che le torri differiscano tra loro, e per questa particolarità sono state dichiarate “Bene d’Interesse Culturale”: Torre de la Peña, per esempio, ha una pianta quadrata, mentre Torre de Cabo de Gracia è cilindrica, ed ospita l’attuale faro.

 

L’ambiente:

Tarifa si offre come luogo unico per il relax e le attività sportive o legate alla natura: tra queste spiccano i tour nei Parchi naturali di Los Alcornocales e del Estrecho, dove è possibile ammirare ben sette specie di cetacei, tra cui: delfini, stenelle, delfini dal naso a bottiglia, capodoglio (tra marzo de agosto), orche (tra luglio e settembre) e balenottere (tra maggio de agosto).

 

Il Parco Naturale di Los Alcornocales si estende per circa 17.500 ettari, mentre quello del Estrecho circa 7500. in entrambi è possibile ossrevare una flora tipica dei climi mediteranei e desertici. Il “Parque del Estrecho” è di particolare interesse faunistico, dato che diverse sono le specie che vi sostano durante le grandi migrazioni. È presente nel Parco un osservatorio, che permette l’osservazione di queste migrazioni e la raccolta di dati per il censimento delle specie, tra cui cicogne, aquile e falchi.

La costa di Tarifa si estende dall’insenatura di Zahara fino a quella di El Tolmo. La prima parte di litorale presenta un sistema dunare (Valdevaqueros) che ha permesso la formazine di un sistema dolce, intervallato da belle spiagge di sabbia bianca e fine, tra cui Punta Camarinal e Punta Paloma. La costa orientale invece si erge bruscamente sul livello del mare, dando origine a grandi scogli e cale rocciose. La spiaggia più famosa di Tarifa è Cala Chica, una piccola caletta che si trova nell’istmo dell’isola di Tarifa, proprio di fronte al centro storico della città.

 

Fondamentale per l’isola è il turismo, soprattutto quello legato alle attività sportive marine, come il windsurf e il kitesurf, date le favorevoli correnti e condizioni del vento dello Stretto di Gibilterra.

Le feste locali :

La prima settimana di settembre si celebra la “Virgen de la Luz”, patrona di Tarifa: la statua della Vergine viene portata nel rione fieristico, accompagnata dai tarifeños, nella celebrazione nota come “cabalgata agricola”. Questo evento, dichiarato “Festa d’Interesse Turistico dell’ Andalusia” da il via alla “Feria Real”, la più importante delle celebrazioni locali: dura una settimana, al cui termine, la statua della Vergine viene riportata al suo posto. Importante e seguitissimo è il pellegrinaggio marittimo della Virgen del Carmen, che si celebra il 16 luglio in tutti i porti (grandi o piccoli) dell’isola.