Paesi Baschi: la storia di Umberto
Umberto De Marco, napoletano, ha trovato nei Paesi Baschi il suo luogo dell’anima. Ci racconta che, in fondo, ha sempre saputo che l’Italia non gli avrebbe offerto spazi e respiri. Quel respiro che trovava e trova davanti al mare e sul mare.
Appassionato di surf, sulla costa basca ha trovato il modo e la coreografia, diciamo così, per seguire e praticare questa sua passione e per inventarsi un lavoro: una scuola di lingua e cultura italiana, punto di riferimento per coloro i quali vogliono avvicinarsi e studiare la nostra storia e cultura. Umberto ci parla di un incontro casuale che è diventato un amore profondo: quello per l’Euskadi, cioè, nella lingua locale, i Paesi Baschi e le sue atmosfere, così particolari, un po’ selvagge e brumose, una parte di Spagna molto molto diversa.
Umberto, raccontaci un po’ il tuo percorso lavorativo prima di arrivare a Bilbao e nei Paesi Baschi
Prima di arrivare da queste parti e di finire l’università, intorno ai 20 anni avevo già cercato un’esperienza lavorativa e personale fuori dall’Italia, precisamente a Londra, dove ho svolto diversi lavori tra i quali il kp, che in inglese significa kitchen porter: in parole povere un lavapiatti. Era una vita veramente dura, ma che mi ha insegnato molte cose tra le quali la lingua; con il tempo ho iniziato a cercare lavoretti come cameriere e barista in diversi locali di Londra, ma dopo alcuni mesi ho capito che quella non sarebbe stata la mia città, dove mi sarei sentito bene e realizzato. Quindi sono ritornato a Napoli per terminare gli studi.
Poi com’è arrivata Bilbao nella tua vita? Cosa fai lì adesso?
Non credo che i Paesi Baschi siano entrati nella mia vita; al contrario penso di essere stato io ad entrare nei Paesi Baschi: in precedenza non avevo mai pensato a questo luogo, e meno ancora di poter costruire un legame con esso che dura ormai da più di 10 anni, visto che la prima volta che ci sono venuto è stata nell’aprile dell’anno 2000. Prima di conoscere i Paesi Baschi, lo stereotipo che si trattasse di un luogo pericoloso era all’ordine del giorno. Ci sono venuto per puro caso: una mia amica viveva qui perché studiava in un’università basca situata in un paesino chiamato Sopelana. Durante una cena di Natale in Italia ci incontrammo e lei mi raccontò quello che stava facendo; mi disse che a Pasqua avrebbe lasciato la casa per un mese; io in quel periodo dovevo preparare degli esami di spagnolo, quindi le proposi di affittare l’appartamento per migliorare le mie conoscenze linguistiche. Da quel momento è iniziata la mia storia d’amore con i Paesi Baschi, che tutt’ora continuano a fare parte della mia vita. Ogni giorno che passa ne sono sempre più innamorato; posso affermare che si tratta di un amore con la “A” maiuscola.
Cosa faccio qui? È ancora tutto in divenire direi. Ho cominciato a lavorare nel ristorante di un conoscente come cameriere e ho cominciato ad affiancare questo lavoro con alcune lezioni d’italiano, dato che da queste parti la gente ha una buona considerazione dell’Italia. In seguito ho iniziato a dare dei corsi in alcune scuole di lingue a Bilbao e dintorni. Fino a quando ho inaugurato una scuola di lingue tutta mia chiamata CASAITALIA, oggi “INSTITUTO OFICIAL DE LENGUA Y CULTURA ITALIANAS”. Da quest’anno, CASAITALIA è diventata Centro Certificatore della Società Dante Alighieri e ci occupiamo di certificare l’italiano svolgendo gli esami del PLIDA (Progetto Lingua Italiana della Dante Alighieri). Attraverso il nostro sito euskaditalia.com è possibile conoscere, in spagnolo e italiano, tutto ciò di cui ci siamo occupati durante questi anni; come i corsi di lingua e cultura italiana, i corsi di arte, storia e gastronomia, oltre ai viaggi che ho organizzato nel Sud Italia affinché la gente potesse avvicinarsi alle bellezze della nostra terra.
Che tipo di città è? Com’è il clima sociale e umano?
Bilbao è una città moderna che si trova in una fase di cambiamento: da città industriale a città di servizi. Il clima sociale per uno straniero è un po’ complicato, specialmente per uno come me, nato e cresciuto a Napoli, dove le persone parlano anche con le pietre. Qui quando si conoscono davvero le persone, ci si rende conto che sono molto umane, ma diffidenti verso quello che proviene da fuori; ad ogni modo, con le nuove generazioni, questo aspetto sta iniziando a cambiare.
Il museo Guggenheim ha dato una notevole spinta alla città. Secondo te come influenza il suo nuovo volto, la sua accoglienza?
Il museo Guggenheim è il nuovo simbolo basco, ma per me rappresenta la modernità e non l’essenza dei baschi e della terra basca.
Hai avuto qualche particolare difficoltà ad ambientarti?
Gli inizi non sono stati per niente facili. Cominciare da zero, e per di più da solo, in un posto nuovo mi ha fatto vedere le difficoltà di una vita fuori da casa. Io, però, ero convinto della mia scelta, anche non sapendo cosa avrei fatto, ero sicuro di voler vivere a Sopelana e fare surf tutti i giorni, perché questa è la mia grande passione. Sapevo che il resto, con sforzo e costanza, sarebbe arrivato.
Com’è il mercato del lavoro lì?
Tutta la Spagna sta attraversando un momento difficile, ma nei Paesi Baschi si regge meglio la situazione di questa grande crisi mondiale.
Dal punto di vista dei servizi e della qualità della vita come ce la racconteresti Bilbao?
A Bilbao c’è un’ottima qualità di vita e ottimi sono i servizi, anche se chiaramente tutto è sempre migliorabile. Ad ogni modo, confrontandola con Napoli, questa è la Svizzera!
Ci racconti di qualche tradizione particolare o qualche festa particolarmente suggestiva?
I baschi in estate celebrano le feste in tutti i paesi, ma la più grande è quella di Bilbao, che si celebra verso la fine di agosto e dura dieci giorni. Non ho parole per poterla raccontare, bisogna andarci almeno una volta nella vita per capirne la grandiosità. Io all’inizio andavo a tutte le feste in ogni paesino ma oggi, dopo dieci anni, seleziono le migliori e chiaramente non può mancare quella di Bilbao.
Quali sono i principali luoghi di ritrovo e quali le più tradizionali attività di socializzazione sia a Bilbao sia in realtà più piccole?
Il bar. Nei Paesi Baschi non si può vivere senza i bar e i suoi famosi pintxos (tapas): se la gente beve, è molto simpatica e cambia il suo modo di relazionarsi con gli altri.
Avevi particolari aspettative rispetto alla città quando sei arrivato?
Di aspettative non ne avevo nessuna, perché ho sempre creduto fosse il miglior modo per non rimanere deluso. Semplicemente mi sono dedicato a fare la mia strada a piccoli passi per raggiungere i miei obiettivi. Il consiglio che posso dare a livello generale, è quello di credere: se una persona non crede, difficilmente potrà raggiungere le mete fissate ed è molto importante lottare contro la paura del fallimento. Non succede niente se le cose vanno male, possono sempre migliorare, ma se prima di iniziare uno pensa che andrà male, si taglia le ali da solo.
Cosa ti piace di più di questa regione e cosa meno?
La cosa che mi piace di più dei Paesi Baschi è la costa, con le sue innumerevoli spiagge e tantissime onde da vedere e da “surfare”, chilometri e chilometri da percorrere e da scoprire. È un posto bellissimo e invito tutte le persone amanti del mare e dell’oceano a vistarlo.
C’è qualcosa di Bilbao e della regione basca che ti assomiglia particolarmente? Qualcosa che ti fa sentire davvero un po’ a casa?
I Paesi Baschi sono un luogo molto indipendente e anch’io credo di esserlo. Per di più, si mostrano per quello che sono e non offrono un’immagine di sé diversa dalla realtà. Il mare mi permette di sentirmi a casa; sono nato a Napoli e vedere il mare è qualcosa, per me, molto normale e speciale insieme; avere inoltre la possibilità di vederlo tutti i giorni e in movimento con le sue onde, è una sensazione bellissima che mi fa rilassare e mi dà la voglia di continuare. I Paesi Baschi mi assomigliano nella loro discrezione e riservatezza; qui è difficile che qualcuno ti faccia domande personali, la gente ha un altro modo di relazionarsi.
Facciamo un gioco: devi convincere altri italiani a trasferirsi lì; cosa diresti?
È un gioco molto difficile perché non è possibile convincere altri a fare una scelta. Comunque io consiglio sempre di conoscere il posto, vedere se piace e se ci sono possibilità di adattamento. Per me è stato facile perché mi sono innamorato da subito del luogo, ero sicuro di voler stare qui per vivere la mia vita e poter provare a fare surf tutti i giorni, con la speranza e la fede che un giorno ce l’avrei fatta ad alzarmi sulla tavola e cavalcare la mia onda.
Dacci qualche informazione pratica: è difficile trovare casa, aprire un conto in banca, un’utenza telefonica, fare una visita medica. Sembra una domanda banale ma in Italia queste semplici operazioni spesso ti portano via giornate intere. Come sono i prezzi delle case e della vita in genere?
I Paesi Baschi in generale sono un posto che funziona bene, con ottimi servizi, però non è molto economico, proprio perché la qualità della vita a mio parere è alta.
Segui le vicende italiane da lì? Cosa dicono di noi in Spagna?
Tutti i giorni leggo su Internet i giornali italiani e ultimamente le notizie politiche ed economiche non sono tra le migliori e non mi tranquillizzano. Inoltre, visto che lavoro nella mia scuola CASAITALIA insegnando la lingua e la cultura italiana, gli alunni mi domandano molto riguardo la situazione italiana, quindi direttamente e indirettamente mi sento in dovere di informarmi e informare sulla realtà del mio Paese. Nel mio piccolo, cerco di essere onesto e sincero, e provo a far conoscere tutti gli aspetti positivi che l’Italia offre ormai da moltissimi anni. Per questo motivo, da tre anni organizzo anche dei viaggi a Napoli e dintorni perché la gente possa vedere la bellezza di questi luoghi e rendersi conto che non tutto è delinquenza e sporcizia.
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