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Veronica Mariani: vivere a Gran Canaria

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Vivere a Gran Canaria: la storia di Veronica

A volte, delle esperienze negative, come la fine di un matrimonio, possono condizionare tutta la nostra vita e magari portarci a prendere delle decisioni che mai ci saremmo sognati di prendere. Veronica, nonostante la sua giovane età, dopo una forte delusione, ha avuto il coraggio di rimettersi in gioco e di ricominciare a coltivare i propri sogni e le proprie ambizioni in una terra diversa. Ha deciso infatti di vivere a Gran Canaria.

Veronica, vivi in una bellissima isola come Gran Canaria, cosa puoi dirci di questa meravigliosa terra?

E’ un piccolo paradiso. Qui si spazia dalle dune desertiche del sud alle pinete in montagna, dove si può arrivare ai 2000 metri. Da Las Palmas, capitale di provincia e città iperattiva, ai paesini dell”interno, tranquilli ed arroccati sulle montagne. La chiamano “Continente in miniatura”, ed è esattamente così.

Hai lasciato i tuoi familiari, i tuoi amici e la città in cui vivevi, per ricominciare una nuova vita, in una nuova terra. Ti senti molto coraggiosa?

Realmente, no. Mi sento molto più codarda per aver lasciato indietro molte persone che amo. Ma, nello stesso tempo, mi sento fiera di me stessa per essere riuscita a ripartire completamente da zero. Vivevo a Besana Brianza, in provincia di Milano ed ora, esattamente dal giugno del 2009, vivo a Gran Canaria. Non c’è mai solo un motivo, che ti spinge a prendere una decisione così importante, ma se dovessi scegliere il principale e scatenante, direi la fine del mio matrimonio.

Come hanno reagito i tuoi genitori di fronte a questa radicale decisione?

La reazione dei miei genitori non è stata delle più positive. Solo adesso iniziano ad accettare la situazione e a considerarla qualcosa di normale. Per quanto riguarda mia sorella ed i miei amici, mi hanno sempre appoggiata e, nonostante la distanza, mi sono tutt’ora vicini.

Cosa ti ha spinto a scegliere Gran Canaria?

Una concomitanza di fattori: l’ultimo viaggio di lavoro fatto a Gran Canaria; l’incapacità di vivere in un posto che mi andava ormai stretto; la gente del posto, più genuina ed aperta ed ovviamente, anche se può sembrare superficiale, il clima.

Che attività svolgevi in Italia? Ora, quale attività svolgi a Gran Canaria?

In Italia ero un’accompagnatrice turistica. Ora lavoro come receptionist in un hotel. E, inoltre, sto avviando un’impresa turistica specificatamente per il mercato italiano.

In cosa consiste il tuo lavoro?

Consiste nell’assistere i clienti che risiedono nell’hotel, durante il check-in ed il check-out, così come durante il loro soggiorno. La mia ditta, invece, si occupa di prenotazioni alberghiere in Gran Canaria.

Con quali aspirazioni hai abbandonato l’Italia?

Quando sono partita, avevo solo il desiderio di poter cominciare a vivere una vita più tranquilla, a dimensione d”uomo e poter godere del mio tempo, invece di rincorrerlo continuamente. Le aspirazioni sono arrivate più tardi, una volta stabilitami qui. Vivo il quotidiano in modo decisamente più rilassato, nonostante il doppio lavoro!

C’è stato qualcuno che ti ha aiutata in questo percorso?

Sì. Un’amica conosciuta nell’ultimo viaggio fatto a Gran Canaria e, successivamente, il mio attuale compagno.

Quale è stata la tua prima impressione? E quali sono state le tue emozioni nel momento in cui sei arrivata a Gran Canaria?

Libertà, serenità, tranquillità. C”era anche un po’ la paura di non potercela fare a ricominciare da zero, paura che riuscivo a vincere pensando che, in ogni caso, avrei sempre avuto la possibilità di tornare indietro.

E’stato difficile apprendere la lingua?

In realtà no. In quattro mesi riuscivo già ad esprimermi molto bene e a dialogare con tutti, in quasi tutti i contesti linguistici.

Quali sono le maggiori differenze tra l’Italia e la Spagna?

Premetto che Gran Canaria non è “completamente” Spagna. Tra qui e la Spagna continentale ci sono moltissime differenze, in tutti gli àmbiti. Per quanto riguarda poi le differenze tra l”Italia e Gran Canaria, potrei elencarne alcune:

  1. In Italia si è perso molto il rispetto ed il contatto con il prossimo. Un esempio banale, qui nessuno entrerebbe o uscirebbe da un ascensore senza salutare, cosa che invece in Italia mi capitava continuamente. Detto più semplicemente, qui la gente si relaziona molto di più con il prossimo anche senza conoscerlo.
  2. Ho scoperto cosa è la solidarietà. Ci si aiuta per la strada, a lavoro. Si creano conoscenze spontanee e disinteressate, anche semplicemente in fila per ritirare un pacco in posta.
  3. Apprezzo e vivo con molta gioia l”apertura mentale nei confronti di tutto ciò che si definisce “diverso”o “estraneo”. L”isola vive di turismo ed i canari sono mentalmente cosmopoliti, abituati a vedere e ad accettare persone provenienti da tutt”Europa.
  4. Buona parte della popolazione è di origine straniera e nessuno ci fa più caso. E’facile che in un ambiente di lavoro coesistano tedeschi, inglesi, spagnoli, italiani, olandesi… senza nessuna differenza o discriminazione.
  5. Un punto a favore del”Italia, però, c’è! La lentezza e la mentalità di rimandare sempre tutto a domani! Tanto in ambito lavorativo, come burocratico o professionale – non coincide molto con la mia visione “milanese” di fare immediatamente non solo tutto quello che ti hanno chiesto ma anche quello che ti immagini possa servire in conseguenza a quello che ti hanno chiesto.

In ambito lavorativo, in cosa differisce Gran Canaria dall’Italia?

Da quando sono arrivata qui, non è mai stato un problema trovare o cambiare lavoro. Però realmente, anche se qui il lavoro non manca e la crisi si sente molto meno che in altri Paesi europei, la situazione lavorativa non è delle migliori, non è facile ottenere un buon lavoro che permetta di avere uno stipendio accettabile. Quasi solo contratti a tempo determinato, con uno stipendio medio discretamente basso ed una tendenza da parte delle ditte a sfruttare i lavoratori. Un esempio: nel primo lavoro che ho trovato lavoravo quasi 50 ore alla settimana e mi pagavano per 40, con un contratto a tempo determinato di 20 ore settimanali ed un solo giorno libero, metà stipendio in busta e metà in nero. I canari non si lamentano, anzi, sono contenti se hanno la possibilità di lavorare. Io non mi ci posso abituare anche se adesso lavoro per un’impresa seria- sono sempre stata abituata alle cose fatte a norma di legge e secondo contratto dei lavoratori.

Quali sono le principali differenze dal punto di vista economico? E quali dal punto di vista culturale?

Dal punto di vista economico, vivere qui ha i suoi pro ed i suoi contro. Qualche esempio: la benzina costa 1€80 al litro, le sigarette 2,30€ al pacchetto, uscire a mangiare la pizza circa 15€ a testa. Poi, però, gli stipendi raramente arrivano ai 1000€ al mese e gli affitti hanno gli stessi prezzi (se non più alti) di quelli italiani.

Dal punto di vista culturale non riscontro molte differenze. L’unica cosa è che, abituata alla città, probabilmente il ventaglio di proposte qui non è molto vario ed è di uno stampo più tradizionale, con feste popolari e sagre di paese. Di contro, il vantaggio di vivere qui, è quello di vivere in un ambiente cosmopolita, abituato ad accettare le differenze sia da un punto di vista umano sia da un punto di vista legale.

Come è cambiato il tuo stile di vita?

Vivo decisamente più rilassata e godo molto di più il mio tempo libero. Mi posso permettere il “lusso” di mostrarmi per quello che sono e non per quello che ho. Però mi mancano alcuni cibi o prodotti tipici che qui quasi non si trovano. Mi manca il cambio delle stagioni e la neve, il freddo a Natale e, ovviamente, la mia famiglia.

Quale è il Paese in cui preferisci vivere tra l’Italia, e quello in cui vivi ora?

A tutt’oggi adoro l’Italia, ma preferisco godermela in vacanza. Adoro il mare e mi piace poter pensare che è la prima cosa che vedo la mattina quando vado a lavorare.

Sei felice della scelta fatta o hai qualche rimpianto?

Sono felice, anche se a volte mi sento un po’sola. Però rifarei tutto, anche gli errori che mi hanno portata fino a qui.

Cosa non ti piace del luogo in cui vivi ora?

Il modo di vivere a volte un po’troppo provinciale, incentrato sul piccolo. Ed il fatto che un’isola è un territorio ben delimitato e ciò porta ad alcune limitazioni:

  1. se cerchi un prodotto specifico e qui non c’è, devi ordinarlo obbligatoriamente tramite internet. Impossibile fare 300 km per andarlo a recuperare in un altro posto.
  2. Inviare i miei effetti personali dall’Italia è stato abbastanza complicato e lungo.
  3. Tornare velocemente in Italia significa viaggiare per un giorno intero. E non sempre puoi scegliere in che giorno viaggiare.

Ti senti ancora un po’ italiana? E cosa porti di italiano nel tuo bagaglio?

Italiana lo sono sempre. Purtroppo. Per fortuna. Dell’Italia mi porto dietro il patrimonio culturale, l’arte di arrangiarsi, il senso del buongusto  a tavola e nel quotidiano, la fantasia e la passione di vivere.

Intervista a cura di Nicole Cascione

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